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Il papà di Luca Salvadori parla dopo la morte del figlio: “Barriere messe in modo criminale”

Luca Salvadori è morto, a causa di un incidente in Germania, quasi un mese fa. Il papà, Maurizio, dal popolare canale YouTube del figlio ha ringraziato chi ha fatto sentire la propria vicinanza in questo periodo così difficile e ha parlato di sicurezza sui circuiti: “Non si gioca con la vita dei piloti”.
A cura di Alessio Morra
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È passato quasi un mese dalla morte Luca Salvadori, pilota di moto e pure influencer. Fatale è stato per Salvadori un incidente avvenuto sul circuito stradale di Frohburg in Germania. I suoi rivali nel campionato hanno deciso di ritirarsi e così il pilota italiano è diventato campione postumo. Un gesto meraviglioso. La sua famiglia e i suoi amici lo piangono e lo ricordano, e il papà, Maurizio, ha voluto parlare del figlio, lo ha fatto in un video pubblicato sulla pagina del figlio su YouTube.

Maurizio Salvadori ringrazia chi ha fatto sentire la propria vicinanza dopo la scomparsa del figlio

Maurizio Salvadori è una persona nota, opera nel mondo del motorsport fondatore del team Trident ma è soprattutto legato alla musica. È stato il primo manager dei Pooh ed è da sempre l'organizzatore dei concerti di Jovanotti. Salvadori ha registrato un video che è stato pubblicato poi sul seguitissimo canale YouTube del figlio Luca e con molto garbo si è rivolto a chi ha fatto sentire la propria vicinanza alla famiglia e ha voluto ricordare il pilota motociclistico: "Mi sento in imbarazzo a invadere quello che era e che rimane il campo di Luca. Sono abituato a lavorare dietro le quinte ho deciso di parlare perché mi sento in dovere di ringraziare tutti voi per la partecipazione che Luca ha ricevuto e per le migliaia di messaggi, la maggior parte di sconosciuti, che sono arrivati e che sono stati di conforto. Prima tutti voi eravate un grande numero che decretava il successo di Luca. In realtà ho capito che questi numeri rappresentano delle persone che formano una grande famiglia".

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"Le barriere di protezione predisposte fuori da quella curva messe in modo criminale"

Con eleganza e con tono calmo e deciso, però, ha parlato anche di sicurezza e ha puntato il dito contro gli organizzatori della gara tedesca nella quale ha perso la vita Luca Salvadori dicendo: "Molti mi hanno chiesto come sia stato possibile un incidente del genere non ci sono immagini ufficiali se non quelle che arrivano dalla moto di Luca. Lui era perfettamente cosciente dei rischi di queste gare e l'incidente con Didier Grams è una fatalità. Allo stesso tempo però mi sento di dire che le barriere di protezione predisposte fuori da quella curva sono state messe in una maniera criminale. Non sono il papà che cerca a tutti i costi il colpevole per la morte del figlio, ma il tema deve essere portato avanti".

Parole che diventano, poi, man mano più severe perché il pericolo c'è, e lo sanno bene tutti i piloti, ma il tema della sicurezza deve essere trattato di più e meglio. Perché gli organizzatori delle gare motoristiche hanno l'obbligo di garantirla la sicurezza sempre: "Ci sono rischi diversi fra il correre in pista o in strada, ma questo non toglie che chi organizza debba fare il possibile per garantire il massimo della sicurezza. Non si può improvvisare. Il mio unico scopo è che tragedie del genere in futuro si riducano e che si faccia il massimo per evitarle, cosa che fino a oggi non è stata fatta. Ho parlato con alcuni piloti che seguivano Luca e che, dopo l'incidente, mi hanno detto di essere intenzionati a smettere. Non si può giocare con la vita dei piloti animati da sacro e sano entusiasmo ma che si affidano a organizzazioni del tutto incompetenti".

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