Il grottesco ricorso della Red Bull: Albon imitatore di Hamilton e un esito umiliante
Piove sul bagnato per la Red Bull. La scuderia di Milton Keynes, dopo aver visto il proprio pilota Max Verstappen ritirarsi durante il primo giro del Gran Premio di Silverstone a seguito di un contatto con Lewis Hamilton e dopo essere stata costretta a sborsare circa un milione e mezzo di euro per rimettere in sesto la monoposto, si è resa protagonista di una vicenda abbastanza grottesca, relativa al tentativo di ricorso riguardante la decisione presa dai commissari subito dopo l'incidente tra il pilota olandese e quello inglese.
Nella giornata di giovedì 22 luglio, la Red Bull ha effettuato un filming day con il suo terzo pilota Alexander Albon in sella alla RB15, la monoposto del 2019, con tanto di video e foto postati sui social. Trattandosi di un'auto precedente, la scuderia era esente da qualsiasi restrizione di chilometraggio, a differenza del tetto di 100 chilometri previsto nei filming day con le auto attuali. Inoltre, il test delle auto precedenti non influisce sul budget cap, essendo dedicata "al mantenimento in funzione di vetture del patrimonio storico di una scuderia". Non era difficile, immaginare, dunque, che dietro il filming day ci fosse altro.
Il reale motivo della giornata trascorsa da Albon a Silverstone è stato chiaro al momento della petizione presentata dalla Red Bull contro la decisione presa dopo il contatto tra Verstappen e Hamilton. La scuderia di Milton Keynes ha avuto tutto il tempo a disposizione per provare a ricreare la linea tracciata da Lewis durante il primo giro del GP britannico, prima dell'impatto con Max. Albon, dopo diversi tentativi, è riuscito a replicare fedelmente la traiettoria del pilota Mercedes e i risultati ottenuti hanno convinto la Red Bull a presentare ricorso alla Fia, credendo fermamente di avere in mano gli elementi necessari per dimostrare che il tentativo di sorpasso di Hamilton su Verstappen alla Copse si sarebbe concluso con la Mercedes uscita di pista se le due monoposto non si fossero toccate.
Il ricorso della Red Bull e la risposta della FIA
Il giorno dopo, la Red Bull ha presentato il suo ricorso, ma la risposta ottenuta dai commissari si è rivelata l'ennesima beffa di un momento nero per la scuderia guidata da Christian Horner. La FIA, infatti, ha respinto la petizione e, nel comunicato relativo alla vicenda, ha spiegato quali elementi siano stati portati dalla Red Bull: "diapositive derivate dai dati GPS delle vetture coinvolte nell'incidente alla curva 9; diapositive derivate dai dati GPS, tracciando vari presunti confronti con la traiettoria presa da Hamilton quando ha superato Leclerc al giro 50; diapositive che mostravano presunte simulazioni di giri dell'incidente; diapositive che mostravano una rievocazione della traiettoria del giro 1 di Hamilton a Silverstone basata su un giro presumibilmente guidato da un altro pilota (Alexander Albon)".
La FIA ha poi ricordato che, affinché un ricorso possa essere soltanto preso in considerazione dai commissari, devono sussistere nuovi elementi significativi, che non erano a loro disposizione al momento della decisione presa subito dopo l'incidente. Di conseguenza, gli steward, prima di decidere se accettare o meno una petizione, devono assicurarsi che ciò che viene presentato come prova sia un elemento nuovo, significativo e rilevante, che sia stato scoperto (e non creato) e che non fosse disponibile al momento della loro decisione. La Red Bull, probabilmente ancora accecata dalla rabbia per l'epilogo di Silverstone, ha scelto di presentare il suo ricorso nonostante questa non soddisfacesse i requisiti imposti dalla FIA. I commissari, infatti, hanno spiegato come la rievocazione della traiettoria di Hamilton per mano di Albon fosse stata creata e non scoperta dalla Red Bull e come questa si basasse su prove già disponibili al momento della loro prima decisione, ovvero i dati GPS. Dunque, gli steward non hanno nemmeno esaminato l'incidente, respingendo il ricorso della Red Bull perché non idoneo.
Il durissimo comunicato della Mercedes
Si tratta sicuramente di una brutta figura da parte della scuderia di Milton Keynes, che ha fatto di tutto per dimostrare il comportamento sbagliato di Hamilton durante il GP di Silverstone, umiliando se stessa con un tentativo di ricorso che mai sarebbe potuto andare a buon fine e mortificando anche Albon, chiamato a imitare Lewis senza che ci fosse un reale motivo. Quanto accaduto, ovviamente, non è passato inosservato ed è stato accentuato da un durissimo comunicato della Mercedes, nel quale si parla di un tentativo di infangare il pilota inglese:
Il team Mercedes-AMG Petronas F1 ha accolto positivamente la scelta dei Commissari di respingere il diritto di revisione della Red Bull Racing. Oltre a voler mettere la parola fine su questo incidente, speriamo che questa decisione possa segnare la fine del tentativo concertato da parte del management Red Bull di infangare il buon nome e l’integrità sportiva di Lewis Hamilton, come accaduto nei documenti presentati nel loro infruttuoso diritto di revisione. Non vediamo l’ora di correre questo fine settimana e di continuare la dura battaglia in pista per il campionato del mondo di Formula 1 2021.