Il GP Arabia Saudita si correrà nonostante l’attacco terroristico: scuderie e piloti tutti d’accordo
Non cambia nulla nel programma del weekend di Formula 1 a Jeddah, dove domenica prossima è in programma il GP dell'Arabia Saudita, seconda prova del Mondiale: si temeva che l'attacco terroristico di oggi – con un lancio di missili che ha provocato una forte esplosione e poi l'incendio di un deposito di un'azienda petrolifera a pochi chilometri dal circuito – potesse indurre la F1 o gli organizzatori sauditi, o ancora le scuderie o i piloti, a mettere in discussione la disputa della corsa, ed invece si andrà avanti regolarmente.
Dopo la presa di posizione del CEO della Formula 1 Domenicali e le rassicurazioni degli organizzatori, è infatti arrivato il via libera anche dei team e – a quanto pare – anche dei piloti, questi ultimi riunitisi in assemblea dopo la conclusione della FP2. Tutti d'accordo: non ci si piega al terrorismo e a Jeddah si corre, sperando che la Ferrari – già vincitrice all'esordio in Bahrain e più veloce anche oggi nelle libere del GP Arabia Saudita – possa dare seguito a quanto di buono fatto vedere in questo inizio di stagione.
"Ho informato i piloti e i team della situazione, sulla base delle informazioni avute. Siamo qui, siamo al sicuro", ha detto il CEO della Formula 1, Stefano Domenicali, rassicurando scuderie e piloti poco prima delle FP2, poi slittate di 15 minuti.
Posizione condivisa dai team, come spiegato dal team principal della Mercedes Toto Wolff: "Credo che questa sia una zona dove siamo al sicuro. Abbiamo parlato col Ministro dello Sport e col governatore di Jeddah. Io ho deciso di rimanere, così come la mia famiglia. I piloti? Parleranno fra loro, possono sempre prendere una decisione da soli, siamo in una democrazia, io sono convinto di andare avanti. A noi team principal è stato assicurato che qui siamo protetti e che è probabilmente il posto più sicuro dove ci si possa trovare in questo momento in Arabia Saudita. Andiamo avanti".
Parole cui ha fatto eco il boss della Red Bull Christian Horner: "Ci sono tutte le garanzie da parte degli organizzatori e andremo avanti. Lo sport deve restare unito". La volontà di non piegarsi davanti alle minacce dei terroristi yemeniti che hanno rivendicato l'attentato è stata poi sottoposta ai piloti, ultima voce mancante. Riunitisi dopo le 20 sarebbero intenzionati – da quanto filtra, l'incontro è ancora in corso – ad appoggiare la decisione di tutte le altre componenti del Circus: domani a Jeddah ci si gioca la pole, domenica via al Gran Premio.