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Il disagio della Red Bull: prende posizione sul razzismo ma non contro il suocero di Verstappen

Accuse di incoerenza alla scuderia Red Bull per come ha affrontato i due casi di razzismo che hanno scosso il paddock della Formula 1 a distanza di poche ore: linea dura e licenziamento per il terzo pilota Juri Vips ma nessuna condanna per le offese razziste che il suocero di Max Verstappen, Nelson Piquet, ha rivolto a Lewis Hamilton.
A cura di Michele Mazzeo
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La controversa comunicazione della Red Bull in merito ai due casi di razzismo che hanno recentemente scosso il paddock della Formula 1 solleva numerose polemiche. Nel giorno in cui lo stesso Circus e gran parte delle scuderie esprimono la propria solidarietà al pilota della Mercedes Lewis Hamilton per le offese razziste ricevute dal tre volte iridato Nelson Piquet in un video diventato virale, la squadra austriaca attualmente in testa ad entrambe le classifiche iridate annuncia di aver concluso l'investigazione riguardo al suo terzo pilota Juri Vips per quelle espressioni razziste utilizzate in diretta Twitch durante una sessione di live gaming di Call of Duty e di aver deciso di terminare immediatamente il contratto di collaudatore e pilota di riserva con il giovane estone, condannando il razzismo ma di fatto rendendo ancor più controverso il proprio comportamento.

"A seguito della sua indagine su un incidente online che ha coinvolto Juri Vips, Oracle Red Bull Racing ha risolto il contratto di Juri come collaudatore e pilota di riserva. La squadra non perdona alcuna forma di razzismo" recita infatti la breve nota diffusa attraverso i propri canali ufficiali dalla squadra di Milton Keynes. Per quanto i due episodi non hanno niente a che fare tra di loro, in molti, notando il fatto che la Red Bull sia stata una delle poche scuderie a non condannare le parole di Nelson Piquet ed esprimere solidarietà a Lewis Hamilton (cosa che invece hanno fatto diversi team tra cui anche la Ferrari), hanno messo in evidenza come la dura presa di posizione contro il razzismo nell'episodio che riguarda Vips sia in netta contraddizione con il silenzio riguardo a quello che invece coinvolge il brasiliano e il britannico.

In casa Red Bull sembra dunque che da un lato vi sia un ferreo codice etico cui tutti i membri del team sono tenuti a rispettare pena il licenziamento immediato (come dimostra l'azione intrapresa nei confronti di Juri Vips) ma dall'altro traspare un certo disagio nel prendere una posizione forte, in linea con quelli che, per sua stessa ammissione, sono i principi cui la squadra si ispira, per quanto riguarda la questione Piquet-Hamilton.

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Al di là della rivalità in pista con la Mercedes e con il pilota britannico che nella passata stagione ha toccato vette elevatissime con momenti di forte tensione, a creare questo disagio nella scuderia austriaca sembra essere soprattutto il legame tra Nelson Piquet e il pilota di punta della squadra Max Verstappen. L'olandese è infatti il compagno di Kelly Piquet, figlia del pilota brasiliano che ha utilizzato espressioni chiaramente razziste (lo ha chiamato "ne****to" ) nei confronti del sette volte campione del mondo. Da qui probabilmente la scelta del team di Milton Keynes di evitare di condannare il comportamento del suocero del suo alfiere principe pur sapendo di essere tacciata di contraddire nello spazio di poche ore i suoi stessi valori.

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