I tifosi hanno invocato Simoncelli dopo l’incidente sfiorato da Rossi: “Il Sic lo ha salvato”
"Il Sic lo ha salvato". "Marco lo ha protetto da lassù". Le immagini dell'incidente provocato da Johann Zarco, che ha coinvolto Franco Morbidelli, (quasi) Valentino Rossi e Maverick Viñales, sono scolpite nella domenica di MotoGp. Scollinato il Ferragosto, la gara sul circuito di Spielberg (in Austria) vive il momento cruciale quando la frenata del pilota francese in staccata, quella manovra azzardata fatta per "controllare" l'avversario, provoca la carambola nella quale tutti i piloti – compreso l'autore di quel gesto – hanno rischiato la vita.
In particolare il "dottore": una frazione di secondo e chissà cosa sarebbe accaduto. Pensa, rimungina, s'arrabbia e lascia che l'adrenalina scorra via: il campione di Tavullia ha gli occhi di chi ha visto la morte in faccia e se la ritrova davanti anche nel replay che scruta ai box. "È stato il Sic ad aiutarlo", dicono in Rete. Il tam tam si scatena in un attimo, suscita emozione e anche qualche dissenso perché – dicono alcuni – mescolare sacro col profano e tirare in ballo il nome di Simoncelli così sembra poco rispettoso nei suoi confronti e della sua memoria.
"Mossa assassina", così definirà Morbidelli l'atteggiamento di Zarco. "Il rischio più grande della mia carriera", aggiungerà Rossi che s'è visto tagliare la strada a circa 280 km/h dalla Yamaha Petronas e dalla Ducati Avintia. Il racconto che il pilota di Tavullia fa di quegli attimi mette ansia e un brivido corre lungo la schiena.
Stavo percorrendo quel tornantino insieme a Viñales – ha ammesso Rossi -, stavamo rallentando alla curva 3 e ho visto un’ombra arrivare. Pensavo fosse l’elicottero da sopra invece sono arrivati due proiettili: ho visto bene la Ducati di Zarco, mentre la moto di Morbidelli non l’ho neanche vista, l’ho vista dopo nelle immagini. Il santo dei motociclisti ha fatto veramente un grande lavoro… Dobbiamo capire che le nostre moto, a queste velocità, sono dei proiettili.