Martin con Bagnaia è vittima dei suoi stessi giochi mentali, l’epilogo è brutale: “Non puoi!”
"Non puoi! Non puoi!". Le urla di Francesco Bagnaia, dei suoi tifosi e del suo team a bordo pista scandiscono il finale brutale di stagione di Jorge Martin. "Sì, possiamo!" era stato il grido di battaglia della comunità spagnola a Valencia per il pilota della Prima Pramac Racing che sperava di festeggiare in casa il titolo iridato a discapito di ‘Pecco'. Invece, no. Il mondiale bis è andato all'italiano, che ha potuto gestire nel migliore dei modi l'ultimo Gran Premio della stagione. Quando gli hanno mostrato il cartello per informarlo del ritiro dell'avversario ha visto la pista spalancata dinanzi a sé e un trionfo a portata di mano.
È finita nel peggiore dei modi per l'iberico, in maniera crudele e beffarda. Al 6° giro il sogno s'è trasformato in un incubo a occhi aperti: l'incidente che ha coinvolto anche Marc Marquez ha stroncato ogni ambizioni, tentativo di rimonta. Ha esagerato, doveva farlo per colmare il gap rispetto all'italiano, e pagato sulla propria pelle tanto ardire. L'inseguimento nelle libere, il duello nella Sprint, i giochi mentali e la condotta di gara aggressiva sul circuito valenciano: Martin è andato di gas a manetta e manovre al limite dell'equilibrio per vedere se poi è davvero così difficile accomodarsi sul gradino più alto del podio.
Era già scivolato in ottava posizione dopo un attacco – con tanto di contatto – al leader del Mondiale, in quel momento primo anche in gara. Aveva cercato di passare Bagnaia, era uscito male da quel duello restando risucchiato nel traffico. Il copione s'è ripetuto, ma questa volta con conseguenze rischiose, anche quando s'è messo ruota a ruota con Marc Marquez. Il tocco gli è stato fatale: ha perso il controllo della moto, scivolando sulla ghiaia mentre alle spalle l'ex campione del mondo prendeva letteralmente il volo perché sbalzato dalla sella.
Martin è rientrato ai box disperato e in lacrime, col casco in testa per nascondere la disperazione disegnata sul suo viso. Di colpo s'è scoperto fragile dopo la spavalderia che ne aveva caratterizzato gli atteggiamenti alla vigilia del Gran Premio. Scintille sull'asfalto e perfino nella zona riservata a team e meccanici erano stati esplicativi dell'animo in subbuglio dello spagnolo. Tanto furore s'è sciolto dopo pochi giri, per aver chiesto troppo a se stesso e alla fortuna che pure gli era stata amica tenendolo in corsa per il Mondiale fino all'ultima gara. Poi l'ha mollato per tanta sfrontatezza.
Martin è stato a lungo consolato dal team principal della Prima Pramac, Paolo Campinoti. "Siamo arrivati a giocarci il mondiale fino all'ultima gara. Abbiamo vinto la Sprint sabato, la nostra è una squadra che non molla mai. Non abbiamo niente da recriminare".
A caldo, dopo aver superato il momento più difficile per la delusione, Martin ha postato sui social un messaggio e una foto nella quale ha voluto ringraziare quanti lo hanno affiancato nella sfida e rilanciato il guanto di sfida. "Secondo classificato al mondo!!!! Testa alta, sorriso grande e pensiero al 2024 – si legge a margine dello scatto condiviso su Instagram -. Prometto che sarò Campione del Mondo… Perché è il mio sogno, perché è il mio obiettivo, perché è il sogno della mia vita!! Avanti #89!! Oggi iniziamo a lavorare!! Grazie al mio meraviglioso team per questa stagione, siete i migliori. Grazie a tutti i miei fan, vi ho sentito vicino… Sì, si può".