I 52 anni di Michael Schumacher, campione che non vogliamo dimenticare mai
Michael Schumacher oggi compie 52 anni ed è davvero un mistero nel mondo contemporaneo, un individuo speciale come pochi altri al mondo. Noi viviamo di immagini continue, l’esistenza stessa si fonda essenzialmente su dove e come appariamo sui nostri dispositivi digitali e con il Covid l’idea che per esserci dobbiamo essere fisicamente presenti è andata ancora più sfumando.
Di Michael Schumacher sono sette anni ormai di cui non abbiamo nessuna immagine e non ne cerchiamo con ossessione, se non nella primissima fase dopo l’incidente sciistico del 29 dicembre 2013, perché il ricordo di tutte le emozioni che ha saputo regalarci ci bastano per tenerlo sempre presente nella nostra immaginazione.
Michael Schumacher ha rappresentato una di quelle onde emotive che l’Italia sa esaltare al massimo in relazione allo sport. Con Panatta siamo diventati tutti tennisti, con Luna Rossa tutti velisti, con Valentino Rossi tutti motociclisti, con la Generazione di fenomeni tutti pallavolisti. Non siamo delle pecore, ma siamo degli entusiasti, succede in tutti gli altri paesi del mondo (anche in USA ad esempio, se il calcio vincesse qualcosa o ci fosse un grande campione cambierebbero delle logiche) e Michael Schumacher ci ha fatto entusiasmare per uno sport che amiamo da sempre perché da sempre, per l’esattezza dal secondo Gran Premio nella storia della Formula 1 a Monaco, seguiamo la Ferrari, il marchio che ci ha fatto grandi nel mondo.
Michael Schumacher e Ferrari sono diventati un binomio completo. Noi, anche quando realizziamo opera di alta qualità ingegneristica e tecnica, siamo sempre quelli che inventano, che ci provano, che spesso fanno fesserie ma che se gli va bene portano avanti di un passo il loro settore. Siamo degli sperimentatori su carta. I tedeschi e Schumacher ne era un prototipo iconograficamente perfetto invece sono degli applicatori formidabili, capaci di scovare ogni minima imperfezione, ogni microscopico intoppo, così da accompagnare l’idea nel fare quel passo avanti che altrimenti sarebbe stato troppo breve.
Il binomio Ferrari-Schumacher ha significato tutto questo e grazie alla sua potenza anche immaginativa, oggi in assenza del corpo e dell’immagine di Michael Schumacher riusciamo ancora a dedicargli tempo e pensieri, molto più spesso del consueto rispetto al normale. Pensiamo ad alcune delle vittore del passato in cui ci ha reso felici, ma anche alla sua situazione attuale, cercando sempre di capire come sta, quali sono le sue condizioni, e addirittura ci sforziamo di interpretare da alcune parole che vengono fuori dalla sua famiglia se c’è un futuro per Schumacher e quale può essere.
In poche parole non abbiamo mai dimenticato Michael Schumacher e non lo faremo mai. Questa è la forza d’urto di chi nello sport riesce ad essere nel suo tempo un campione senza eguali.