Hamilton si schiera contro la Formula 1 in Arabia Saudita: “Non mi sento a mio agio qui”
Lewis Hamilton arriva al penultimo atto del Mondiale di Formula 1 2021 motivato a recuperare gli otto punti di svantaggio da Max Verstappen e giocarsi le chance per conquistare il titolo iridato nell'ultimo round di Abu Dhabi. Ma, più che la lotta con l'olandese, a preoccupare il sette volte campione del mondo è la scelta del Circus di organizzare una gara in Arabia Saudita, un Paese dove non sono riconosciuti i diritti delle persone non eterosessuali e in cui le donne non hanno gli stessi diritti degli uomini.
Dopo essersi detto "sereno come non mai" per quanto riguarda la sua lotta iridata con Verstappen, nella conferenza stampa che precede il primo storico GP dell'Arabia Saudita che andrà in scena a Jeddah nel weekend, il 36enne britannico non ha potuto nascondere il suo disagio nel dover correre in un Paese che non rispecchia assolutamente i principi di eguaglianza dei quali si è fatto portavoce soprattutto negli ultimi anni.
A riguardo infatti Lewis Hamilton è stato chiaro: "Non posso affermare di essere il più informato e di avere una comprensione profonda di chi è cresciuto qui ed è fortemente influenzato da determinate regole e dal regime politico in vigore. Mi sento a mio agio qui? Non risponderei ‘sì' – ha difatti ammesso il sette volte campione del mondo –, ma non è una mia scelta essere qui. Lo sport ha scelto di essere qui – ha poi aggiunto – e che sia un bene o un male, penso che mentre siamo qui sia importante sensibilizzare".
Hamilton ha quindi spiegato che continuerà la sua battaglia di sensibilizzazione e per questo scenderà in pista anche a Jeddah con il casco che promuove i diritti LGBTQ+ già mostrato nello scorso GP del Qatar, altro Paese in cui non sono riconosciuti i diritti delle persone non eterosessuali:
"Indosserò di nuovo qui e nella prossima gara il casco che avevo in Qatar, perché è un problema. E se qualcuno vuole prendersi il tempo per leggere qual è la legge per la comunità LGBTQ+ qui, è piuttosto terrificante – ha difatti continuato Lewis Hamilton –. Ci sono cambiamenti che devono essere fatti. E quelli che già sono stati fatti vanno controllati: ad esempio il diritto alle donne di poter guidare del 2018 è davvero in vigore? Perché alcune delle donne sono ancora in prigione per aver guidato molti, molti anni fa? Ci sono molti cambiamenti che devono essere fatti – ha infine concluso il pilota britannico – e penso che il nostro sport debba fare di più a riguardo".