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Hamilton non ce la fa a uscire dall’auto, ha la schiena a pezzi: “Scusa per questa scatola di m…”

Quale sia stato il livello del dolore che il campione inglese ha sopportato a Baku è nello scambio di battute con il team radio delle frecce d’argento. Tutta colpa del porpoising e dell’effetto canguro, una sorta di male calcolato per migliorare le prestazioni delle auto. Ma le sollecitazioni alla colonna vertebrale sono durissime. “È stata la gara più dolorosa che abbia mai fatto”. Russell: “È brutale… è solo questione di tempo prima di assistere a un grave incidente”
A cura di Maurizio De Santis
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Lewsi Hamilton è visibilmente provato dal dolore alla schiena. Al termine del Gp di Baku esce a fatica dall'abitacolo della Mercedes.
Lewsi Hamilton è visibilmente provato dal dolore alla schiena. Al termine del Gp di Baku esce a fatica dall'abitacolo della Mercedes.

"Il dolore alla schiena mi sta uccidendo". Lewis Hamilton ha chiuso al quarto posto il Gran Premio di Baku. In Azerbaijan ha resistito in maniera stoica alle vibrazioni della vettura, a quell'effetto canguro che per questioni di assetto, aerodinamica e velocità lo costringe a sopportare le sollecitazioni del saltellamento sul tracciato. Quello che in gergo tecnico è conosciuto come porpoising ha tormentato il sette volte campione del mondo (anche) sul circuito azero, dalle prime libere fino alle qualifiche. Al punto che lo stesso Toto Wolff, direttore esecutivo della Mercedes, s'era detto così pessimista sulle condizioni dell'inglese da ammettere di non essere sicuro "che riuscirà a fine la gara perché i sobbalzi sono davvero molto dolorosi per la schiena… la colonna vertebrale è davvero compressa". Invece ce l'ha fatta. Non avrebbe mai mollato.

Lewis ha resistito, piazzato sorpassi, è restato sull'asfalto bollente e ha sfiorato il podio. Davanti a lui ha chiuso il compagno di scuderia, George Russell, che pure ha alzato la voce per quel fenomeno nocivo per le condizioni e la sicurezza dei piloti. "Il porpoising è brutale, faccio fatica anche a vedere dove devo frenare alla fine del lungo rettifilo. È solo questione di tempo prima di assistere a un grave incidente".

Il pilota inglese si aggrappa alla struttura Halo. È dolorante, la postura e l'andatura appena fuori dalla macchina ne tradiscono il disagio.
Il pilota inglese si aggrappa alla struttura Halo. È dolorante, la postura e l'andatura appena fuori dalla macchina ne tradiscono il disagio.

Quale sia stato il livello del disagio che il campione inglese ha sopportato è nello scambio di battute con il team radio delle frecce d'argento. Dal muretto Wolff gli dice: "Lewis, sappiamo tutti che questa è un po' una scatola di m…. da guidare in questo momento. E scusa anche per la schiena, ci sistemeremo". La replica è ironica: "Ah, bravi ragazzi. Ottimo lavoro con la strategia… apportiamo sicuramente dei cambiamenti, ok? Continuiamo a spingere".

La riprova di quanto siano terribili per i piloti le conseguenze è nell'immagine di Hamilton che non ce la fa nemmeno a uscire dall'abitacolo della vettura. Il video che arriva dalla pista è impressionante. Prova ad alzarsi, fa fatica. Poggia i gomiti sul sistema di protezione (la struttura Halo) che ingabbia il conducente, accenna a un movimento di spinta ma cede subito. È costretto ad aggrapparsi con le mani ai supporti laterali, li stringe forte e solo così riesce a sollevarsi dalla macchina ma non scende subito. Lo fa in maniera impacciata, un po' goffa, ponendo una mano dietro la schiena che gli duole fino a quando non si lascia andare estraendo una gamba alla volta.

Hamilton estrae le gambe una alla volta, la mano poggiata dietro la schiena è il segno evidente delle condizioni in cui ha condotto la gara.
Hamilton estrae le gambe una alla volta, la mano poggiata dietro la schiena è il segno evidente delle condizioni in cui ha condotto la gara.

È fuori da quel budello di tortura, se ne va spazientito e disfatto. L'andatura è leggermente claudicante, un po' zoppica e un po' saltella. "È stata la peggior gara di sempre – racconta poco dopo -… credo proprio sia stata la più dolorosa che abbia mai fatto. Anche la lotta più dura con l’auto che abbia mai visto". Un male necessario e calcolato, una sorta di sacrificio che viene chiesto per migliorare le prestazioni: sollevando la monoposto di 20 millimetri si perdono il 10% del carico aerodinamico e tempo prezioso. Ecco perché i meccanici abbassano le auto facendo leva sulla capacità di sopportazione dei piloti. Ma fino a quando si potrà andare avanti così?

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