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Hamilton ha dovuto licenziare suo padre: per un periodo si sono parlati solo tramite messaggio

Lewis Hamilton in un’intervista ha rivelato di aver avuto in passato diversi problemi con il papà. Anthony gli fece da manager quando entrò in Formula 1 nel 2007, ma tre anni dopo il pilota lo liquidò. Passarono molti complicati, poi è tornato il sereno.
A cura di Alessio Morra
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Lewis Hamilton ha tanta voglia di chiacchierare in questo periodo. Il pilota inglese, alla vigilia della sua 17esima stagione in Formula 1, si sta allenando duramente, deve farlo per essere all'altezza di piloti molto più giovani di lui, ma il sette volte campione del mondo ha risposto a una serie di domande riguardanti la sua vita e la sua carriera in un podcast. Ha svariato tanto, raccontando della sua infanzia, che è stata complicata, della sua carriera, ma anche del legame con il papà, Anthony. Rapporto che non è stato sempre dei migliori.

Che Hamilton abbia il papà come mito è noto, quantomeno a chi ama la Formula 1 o fa il tifo per Lewis. In centinaia di interviste non ha fatto mistero di averlo come mito, ha spesso ricordato che il padre abbia fatto ben tre lavori per mantenere la famiglia e per permettere al figlio di guidare e di cercare di avere fortuna nel motorsport. Il papà oggi si vede di rado, segue poche gare, è presente quando serve e cioè nei momenti più importanti, come accadde nel Gp di Abu Dhabi 2021 quando Verstappen vinse il titolo di un soffio, o in alcune gare particolari – quest'anno lo si è visto in Messico insieme al papà di Perez.

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Una figura importante tout court per il pilota della Mercedes, che però a un certo punto ha avuto rapporti tesi con il padre e per questo ha voluto addirittura liquidarlo. Il racconto di Hamilton è sentito, forte e fa capire anche quanto sia difficile a certi livelli la vita di atleti straordinari.

L'inglese entra in Formula 1 nel 2007, guida per la McLaren mostra subito di essere un fenomeno. Sfiora il titolo al primo colpo, anzi, lo perde nel finale, quasi lo getta via, poi lo vince in modo incredibile l'anno seguente. Resta su livelli alti, ma nel 2010 qualcosa si rompe con il papà che nel frattempo gli aveva continuato a fare da manager. All'inizio a Lewis sembrava normale come scelta quella di averlo al suo fianco: "Mio padre era il mio manager quando siamo arrivati ​​in Formula 1. Ha lavorato così duramente. La sua etica del lavoro è stata fonte di ispirazione per me, vedevo a che ora si alza la mattina. Dormiva poco, lavorava ore e ore nel garage per me, questo mi ha reso migliore".

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Poi però qualcosa è cambiato. Papà Hamilton con il figlio aveva un rapporto troppo professionale e Lewis al suo fianco voleva il papà, non il manager: "Ma è stato difficile per lui mostrarmi amore. A volte volevo solo un abbraccio da mio padre. Volevo essere abbracciato".

Il pilota, unico ad aver vinto oltre 100 Gp in Formula 1, si è trovato catapultato in un mondo nuovo e all'improvviso aveva bisogno di una persona che gli disse affetto e in quel momento non lo ha trovato dal padre: "A 22, 23 anni, è diventato tutto molto intenso. Non vai a scuola per imparare a parlare con i media. All'epoca non avevo  nessuno che mi aiutasse. Si fanno tanti errori. Impari in corso d'opera. Io e mio padre ci siamo scontrati. Volevo solo che fosse mio padre. Ho deciso di separarmi da mio padre per prendere decisioni per me stesso. C'è stato un periodo in cui parlavamo meno".

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Parlando della rottura papà Anthony una volta ha detto: "È stato un incubo. Era come se qualcosa fosse morto. Ero scioccato, devastato. Quando mi ha detto che non mi voleva più come manager è stato un fatto improvviso, è venuto fuori dal nulla".

Per un po' non si sono parlati più a voce, ma solo via messaggio. Poi il loro rapporto, dopo un lungo periodo di freddezza, è tornato magnifico: "Gli ho detto andiamo e divertiamoci, ridiamo. Non lo facevamo da molto, molto tempo". Da tempo è tornata l'armonia tra il fenomenale pilota e papà Anthony, che di tanto intanto si fa vedere alle gare.

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