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Guido Meda a Fanpage.it: “Valentino Rossi in Petronas? È un passo indietro ma gli farà bene”

A poche settimane dal termine del Motomondiale, Fanpage ha intervistato Guido Meda per tracciare un bilancio della stagione appena conclusa e del futuro dei piloti italiani Franco Morbidelli, Valentino Rossi, Andrea Dovizioso e Pecco Bagnaia: “L’assenza di Marquez ha determinato un Mondiale molto eterogeneo. Mi viene però il sospetto che, dopo la crescita di alcuni team, se ci fosse stato lo spagnolo non sarebbe comunque stata una passeggiata per lui. E sul declassamento di Valentino in Petronas Yamaha ha peccato di garbo e riconoscenza”.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo un campionato che ha regalato grandi emozioni, e in attesa dei prossimi appuntamenti con la classe regina, abbiamo voluto tracciare un bilancio di quest'ultimo Motomondiale insieme a chi lo ha potuto vivere direttamente dai paddock dei vari team. A poche settimane dal trionfo di Joan Mir, Fanpage ha infatti intercettato telefonicamente Guido Meda: vicedirettore Sky Sport, responsabile redazione motori e, ovviamente, volto e voce inconfondibile delle telecronache della MotoGP.

"È stata una stagione anomala, ma sia per quanto riguarda l'aspetto legato alla pandemia che per quello sportivo, ha comunque scaturito degli effetti virtuosi – ha spiegato Meda – Era impensabile l'idea che riuscissero ad allestire qualsiasi evento sportivo, specialmente un motomondiale itinerante. La Dorna ha però ottenuto un risultato straordinario, insegnando anche a certe istituzioni pubbliche come funziona un privato quando è efficiente. Se ci pensi non è banale portare in giro 2000 persone per il mondo garantendo loro la massima sicurezza".

Qual è secondo te il bilancio di questa stagione?

"Dal punto di vista organizzativo è stato straordinario che siano riusciti a portare a casa questo calendario, anche se poi molti si sono lamentati dei troppi gran premi in Europa, specialmente in Spagna. Dal punto di vista sportivo, più che la pandemia, c'è stato invece l'effetto Marquez. L'assenza totale dello spagnolo, contemporanea alla crescita di alcuni giovani che si sono trovati liberi dalla sua figura ingombrante, ha determinato un Mondiale molto eterogeneo e che ha dato l'occasione di raccontare di piloti dei quali altrimenti probabilmente avremo parlato poco. Quest'anno ha vinto Binder, ha vinto Oliveira, Mir ha vinto il Mondiale. Mi viene il sospetto, visto il Mondiale di quest'anno e anche l'evoluzione di alcune moto tipo Ktm e Suzuki, che probabilmente se ci fosse stato Marquez non sarebbe stata per lui una passeggiata facile quella verso il titolo".

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Morbidelli e Bagnaia hanno tenuto alto il nome dell'Italia. Che voto dai alla loro stagione? 

"Pecco ci è riuscito parzialmente. Ha avuto straordinari guizzi e anche qualche sfiga. Deve però fare un percorso di crescita più intenso, al quale l'anno prossimo sarà inevitabilmente chiamato. A lui darei un sette. Sarebbe stato un otto se avesse concluso qualche gran premio in più. A Morbidelli razionalmente dovrei dargli un nove, perché il Mondiale non l'ha vinto e perché Mir alla fine è stato più bravo. Ma gli do comunque un dieci perché ha vinto tre gare, ha dimostrato di avere tanta qualità, ha fatto andare una Yamaha che con altri andava su e giù o non andava. Aveva una moto più vecchia con meno innovazione e in teoria con meno potenza, non ha mai perso la calma una volta, ha avuto delle sfighe tra motori rotti e incidenti tremendi determinati da altri piloti. Insomma, secondo me Morbidelli è stato la vera stella di quest'anno".

Cosa ne pensi della prossima avventura di Valentino Rossi. Non trovi che sia un declassamento per lui?

"Sì è vero, è un declassamento. Ma penso che lui stesso lo abbia dovuto digerire come tale. Capisco la decisione del team di provare ad ingaggiare quella che per un po' è sembrata la vera ‘promessa', ovvero Quartararo, ma mi ha fatto un po' strano che dopo tanti anni e dopo tante vittorie insieme, abbiano detto a Valentino ‘guarda resti importante per noi, però spostati di la‘. Ecco questa cosa qua mi ha fatto un po' strano dal punto di vista del garbo e della riconoscenza. Però capisco anche che un team debba fare i conti con il risultato. Ciò detto, penso che se c'è una cosa di cui Valentino ha bisogno in questo momento penso che sia proprio un cambiamento. Cambiare moto, gente che ti sta intorno, cambiare compagno di squadra. Cambierà anche il lato del box. L'anno prossimo starà a sinistra, perché a destra ci sarà Morbidelli che è tra l'altro un suo amico e una sua creatura. Tutto questo può secondo me generare degli stimoli nuovi in Valentino".

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Cosa ne pensi della separazione tra Dovizioso e Ducati?

"Dovizioso lo conosco da quando era un ragazzino. L'ho visto crescere e mi dispiace che uno che l'anno scorso lottava per la seconda posizione e che quest'anno ha contribuito a vincere il Mondiale costruttori, l'anno prossimo non abbia una moto per correre. Probabilmente è anche facile prendere le difese di Dovizioso e non considerare la Ducati. Secondo me lì si è creata una frizione che ha contribuito a portare le due componenti a non andare più d'accordo prima e a separarsi poi. Era evidentemente una situazione logorante per entrambi. D'altronde dopo tanti anni non è neanche facile stare insieme quando ci si prende un po' di punta".

Pensi che Marquez potrà tornare subito competitivo, o temi che il braccio possa condizionarlo anche nella prossima stagione? 

"Secondo me non sarà condizionato. L'ultima operazione che ha fatto, dopo la prima che è stata sbagliata, come sbagliato è stato rimetterlo subito in sella, e le altre che sono state dei tentativi di rattoppo che non sono serviti a niente, secondo me è stata un'operazione radicale e risolutiva. Questa volta hanno fatto un'operazione a regola d'arte, per cui si riparte da qui. Se chiedi a qualsiasi chirurgo ortopedico ti può dire che, se l'operazione riesce, ci vorranno magari 3, 4, 5 o 6 mesi per rientrare, ma poi una volta che la guarigione è acquisita quella è. Magari arriverà a maggio con il Mondiale partito da poco, o magari il Mondiale non sarà ancora partito e quella sarebbe per lui la cosa migliore. Vedremo cosa succederà con la pandemia, ma sono sicuro che quando tornerà lo farà in maniera definitiva perché guarito del tutto".

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