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Guido Meda a Fanpage: “Da Valentino Rossi mi aspetto dei podi, Morbidelli da Mondiale”

Alla vigilia della prima gara del Mondiale 2021 della MotoGP abbiamo intervistato in esclusiva per Fanpage.it il telecronista di Sky Sport Guido Meda. Con il guru dei telecronisti del Motomondiale abbiamo parlato della nuova stagione del suo favorito per il titolo (Franco Morbidelli), della situazione di Marc Marquez e di quella di Valentino Rossi in Petronas. E abbiamo avuto anche la possibilità di conoscerlo meglio e scoprire alcune curiosità che riguardano la sua passione per i motori, i suoi idoli, i suoi modelli e la sua storia.
A cura di Michele Mazzeo
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Il GP del Qatar, in programma questo week end sul circuito di Losail, aprirà la nuova stagione della MotoGP. Da Valentino Rossi in Petronas ai dubbi sulla presenza di Marc Marquez fino alle nuove coppie di Ducati e Yamaha sono tante le novità che ci attendono in questo Mondiale 2021 della classe regina che prenderà il via nel fine settimana. Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Guido Meda, telecronista della MotoGP di Sky Sport ed esperto conoscitore della classe regina del Motomondiale e dei suoi protagonisti.

Nell'intervista rilasciata in esclusiva a Fanpage.it il noto giornalista lombardo, oltre ad analizzare i punti salienti della stagione che sta per cominciare, si è anche sbilanciato facendo un pronostico sulla lotta per il titolo iridato nella quale vede l'italiano Franco Morbidelli leggermente favorito rispetto al resto del gruppo, mentre da Valentino Rossi si attende che riesca a salire sul podio in più di una gara. Ma non solo. Nella nostra chiaccherata con il "guru" dei telecronisti della MotoGP abbiamo avuto la possibilità di conoscerlo meglio e scoprire alcune curiosità che riguardano la sua passione per i motori, i suoi idoli, i suoi modelli e la sua storia.

Cosa dobbiamo attenderci da questa nuova stagione della classe regina?
"Secondo me ci dobbiamo attendere tanto divertimento e tanta battaglia. Di pretendenti ce ne sono tantissimi. Io credo che Marc Marquez appena tornerà sarà subito competitivo fin dalla prima gara. La Suzuki con Mir è campione in carica: forse nei test è stata un po' nascosta, ma secondo me è super presente".

Dopo i test sembra che ci sarà un duello Yamaha-Ducati: sarà così o dobbiamo attenderci sorprese?
"Sono curiosissimo di vedere come funziona la Ducati nelle mani di Jack Miller, tenendo però anche conto che Pecco Bagnaia forse dovrà fare un passettino in avanti rispetto allo scorso anno per essere perfetto. Per Vinales invece questo è proprio l'anno in cui deve svoltare perché è vero che è veloce come Marquez ma è troppo incostante. Vediamo se quest'anno senza Valentino di fianco riesce finalmente a trovare quella costanza che finora gli è mancata. Un altro chiamato ad un esame importante è Fabio Quartararo chiamato in Yamaha ufficiale e anche in questo caso sembra essere una chiamata per dire "adesso provi a vincere il titolo". Per quanto riguarda Yamaha bisognerà invece fare attenzione a Franco Morbidelli. Al di là di essere un personaggio di cuore e con tutta la calma che sa esprimere, quando sale in moto diventa un diavolo e l'anno scorso non è stato vicecampione del mondo per sbaglio".

E da Valentino Rossi in Petronas cosa dobbiamo attenderci?
"Per Valentino Rossi avere Franco Morbidelli come compagno di squadra sarà di grande stimolo e inoltre si troverà in una situazione di grande serenità. Lavoreranno collaborando molto bene per sviluppare la moto, per cui da Valentino io mi aspetto una stagione con dei podi".

E tra i rookie chi credi possa fare meglio?
"Sono tutti e tre buoni piloti. Io faccio fatica a scegliere tra Bastianini e Luca Marini, campione del mondo e vicecampione del mondo della Moto2 e compagni di squadra nel Team Avintia. La MotoGP non è semplicissima per un rookie: io penso che per loro sarà un anno di apprendistato per cui faccio un po' fatica a sbilanciarmi su chi dei due possa fare meglio ed è più forte. Se uno giudica i test del Qatar mi verrebbe da dire che in questo momento forse Bastianini parte leggermente avanti".

Un pronostico per il Mondiale 2021?
"È impossibile fare un pronostico. Se però proprio devo fare un nome dico Franco Morbidelli, ma mi rendo conto di azzardare un po'".

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Adesso conosciamo un po’ meglio Guido Meda: quando è nata la tua passione per i motori, qual è il campione che ti ha acceso la scintilla?
"Quand'ero piccolo tifavo per Giacomo Agostini, però più che passione per i piloti avevo la passione per i mezzi meccanici a due e a quattro ruote. Quando avevo 10 anni ho cominciato a contare i giorni che mancavano per arrivare a compierne 14 e prendere la patente per il motorino, e poi a 16 quella per il 125cc. Ho fatto migliaia di chilometri in moto fino a diventare un appassionato della pista ma anche appassionato di macchine. Quello che alcuni non sanno è che mio papà in gioventù è stato pilota, ha corso la "Mille Miglia" negli anni '50, per cui è stato lui a trasmettermi la passione. Credo che venga da lì".

Sei conscio di aver inventato un genere di telecronaca che prima, almeno in Italia, non esisteva?
"Tendo a non essere quasi mai consapevole di quello che faccio, ma mi rendo conto di avere impostato un modo di comunicare probabilmente innovativa. Senz'altro con pochi filtri: se mi diverto, mi gaso e mi entusiasmo si sente molto, così come se sono triste o deluso credo di non nascondermi mai. Poi questo può piacere o non piacere ma cerco sempre di essere schietto nel mio modo di essere sia quando racconto che quando vivo la mia vita quotidiana".

Ti sei ispirato a qualcuno?
"No, non mi sono ispirato a qualcuno. Non mi è mai piaciuto copiare gli altri. Ma ti posso dire che ho avuto la fortuna di lavorare con Bruno Gattai, telecronista dello sci negli anni in cui seguivo lo sci, che in realtà faceva l'avvocato e per hobby faceva le telecronache di Alberto Tomba, e mi piaceva molto il suo modo di comunicare e di fare telecronaca: era una maniera di esprimersi molto diretta, come se parlasse con gli amici e non con il linguaggio paludato che fino a quel momento lì era consueto ai telecronisti. Mi piaceva di più il racconto semplice e diretto, rispetto ad un racconto artefatto con parole difficili. E quindi, forse, è quello che mi ha in qualche modo influenzato di più".

Come si passa dallo sci, alla MotoGP e alla vela?
"Sono tre sport che a me piacciono da sempre. Sono stato sciatore, pilota amatoriale e velista per cui è tutto molto semplice: è più facile commentare uno sport che conosci e di cui ha percepito le sensazioni, rispetto ad uno sport che non hai mai praticato. Io credo che sia stato il destino, insieme ai miei editori, che mi hanno in qualche modo indicato la strada mettendomi su aree in cui io ero sicuro".

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