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Grosjean non è ancora guarito a quattro mesi dall’incidente: “La pelle è debole”

Il pilota svizzero Romain Grosjean che lo scorso 29 novembre restò coinvolto in un terribile incidente in Baharein, a distanza di 4 mesi porta ancora le conseguenze delle fiamme sul proprio corpo: “La mano sinistra è molto fragile, devo mettere una pomata ogni due ore. Mi importa poco: sono qui, gioco coi miei figli, guido. E’ tutto fantastico”
A cura di Alessio Pediglieri
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Il terribile incidente in cui è stato coinvolto Romain Grosjean quattro mesi, il 29 novembre 2020, fa sul tracciato del Gp di Bahrein, con la sua Haas spezzata in due e avvolta tra le fiamme, non è stato dimenticato dal pilota svizzero che porta addosso ancora i segni delle bruciature. Si salvò per miracolo, grazie all'halo ma anche riuscendo a non perdere la calma e il controllo in un momento tremendo, in cui ha rischiato la vita e ne è uscito quasi illeso.

A ritornare su quegli impressionanti momenti di quattro mesi fa è lo stesso pilota della Haas che rivive come in un film l'impatto a quasi 200 chilometri l'ora poco dopo la partenza, l'auto che si spezza in due, le fiamme, il suo coraggio e tempismo nell'uscire dall'abitacolo e salvarsi: "Non mi lamento, l'incidente mi ha reso migliore, la vita continua adesso voglio solo tornare a correre".

Tra le fiamme i ripetevo: resta concentrato, è come aver risolto un problema di matematica, pensavo solo di dover compiere le mosse corrette in una sequenza precisa. Prima la numero 1, poi la 2… e così via

Lo farà, Grosjean ma lontano dalla Formula 1 che riparte proprio dal Bahrein questo fine settimana per la nuova stagione mondiale. Lo svizzero si sta preparando per il campionato Indycar, sta già testandosi malgrado le cicatrici e le conseguenze di quell'incidente sono ancora presenti e si fanno sentire: "Tutto sommato va bene, anche se soprattutto la mano sinistra non è ancora guarita. Devo mettere la crema ogni due ore, la pelle è debole molto sensibile".

Ogni giorno rifletto su chi sono, da dove vengo, sulle cose essenziali, sull’importanza di essere felice. In uno schianto del genere nove volte su dieci non ne esci vivo e invece sono ancora qui, ed è tutto fantastico.

Dopo la paura, il ricovero in ospedale, la rieducazione e le cure, è tempo di ritornare al volante perché la vita continua e lo farà con la consapevolezza di essere più forte: "Mi sento migliore – racconta al Corriere – non un super eroe ma di certo un sopravvissuto, fortunato. La mia vita da quel giorno è cambiate per sempre e in meglio, ho imparato tantissimo su tutto. Quando mi sono rimesso al volante non ero né preoccupato né ansioso, semplicemente consapevole".

Ne porto ancora i segni, forse dovrò sottopormi ancora ad un nuovo intervento ma non mi importa molto. Sono qui, gioco con i miei figli, guido e un giorno anche questo dolore che ancora persiste guarirà

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