Giacomo Agostini spiega cosa ha in comune con Valentino Rossi: “I vincenti hanno doti simili”

Giacomo Agostini ha spiegato in cosa lui e Valentino Rossi sono stati simili e in cosa invece non si assomigliano per nulla, lo ha fatto in un’intervista esclusiva con Fanpage.it rilasciata in occasione dell’uscita del docufilm ‘Ago’ che celebra la sua vincente carriera e nella quale ha affrontato anche altri temi: dal suo essere stato il primo pilota professionista della storia al suo rapporto ossessivo con la vittoria, fino alla stretta attualità della MotoGP dicendo la sua sulla lotta per il titolo 2024 tra Bagnaia e Martin.
A cura di Michele Mazzeo
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Giacomo Agostini per qualunque appassionato di motociclismo rappresenta la storia del Motomondiale. Con i suoi 15 titoli iridati (7 nella classe 350cc, 8 nella top class, la 500cc) e le 123 vittorie su 190 GP disputati è di gran lunga il pilota di moto più vincente di sempre. Ma non solo. Il bresciano di nascita, cresciuto nel bergamasco, oggi 82enne è stato anche colui che per primo ha introdotto la figura del pilota professionista nel mondo, all'epoca molto selvaggio, delle corse motociclistiche ed è anche stato il primo a travalicare quel mondo fatto di grasso e benzina diventando un'icona pop per quasi un ventennio. Solo Valentino Rossi, insomma, 30 anni dopo, riuscirà ad avere lo stesso impatto dirompente sul motociclismo.

Oggi, la vita e la carriera di Giacomo Agostini vengono celebrate dal documentario ‘Ago' diretto da Giangiacomo De Stefano e distribuito nelle sale cinematografiche da Adler Entertainment. E proprio in occasione della ‘prima' di questo docufilm presentato alla Festa del Cinema di Roma 2024 noi di Fanpage.it abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con il leggendario pilota. Un'intervista che ci ha permesso di toccare alcuni punti focali della sua carriera e conoscere meglio cosa si nasconde dietro un pilota, o meglio un atleta, capace di riscrivere regole e storia dello sport che pratica e lasciare un'impronta così indelebile anche fuori dalla nicchia di appassionati e tifosi di quella specifica disciplina.

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Giacomo Agostini lei, oltre che il più vincente, è stato anche il primo vero pilota professionista della storia….

"Si quando ho iniziato, naturalmente, ero un ragazzo giovane. Ho iniziato non pensando di poi un giorno arrivare ad essere un professionista, come mi è successo. E quindi quando sono diventato un professionista è logico che anch'io ho dovuto adeguarmi e quindi ho pensato che c'era bisogno di un preparatore atletico e fare una vita da atleta con attenzione anche alla nutrizione. Perché  quando diventi professionista hai delle responsabilità: devi vincere".

E lei ha vinto tanto, più di chiunque altro nel Motomondiale…

"Quando incominci a vincere poi, il pubblico vuole che tu vinca sempre, cioè si aspetta la vittoria. Mi ricordo che ogni tanto, fortunatamente poche volte, quando arrivavo secondo o terzo dicevano: ‘Agostini è finito'. Beh anch'io posso avere una giornata che mi va storta quindi…Però ti senti responsabile quindi è giusto che anche tu, visto che hai una casa
motociclistica che spende soldi per farti correre e per pubblicizzare il proprio prodotto,
è giusto che anche il pilota deve essere così, deve diventare professionista. Ed è quello che io ho fatto subito appena ho iniziato la mia carriera".

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Questo docufilm la celebra giustamente come uno degli sportivi più grandi di sempre, pensa che ciò le sia sempre stato riconosciuto una volta terminata la carriera?

"Adesso effettivamente, con tanto piacere e gioia, siamo riusciti a fare questo, docufilm che racconta un po’ tutta la mia storia: da come ho iniziato, a cosa è successo durante la mia lunga carriera, ai miei successi e le mie vittorie. Che poi, tra l'altro, non l'ho ancora visto tutto perché volevo aspettare l'uscita per vederlo insieme agli altri per poi giudicare se è venuto bene o male. Mi auguro che sia venuta una bella cosa perché vorrei che rimanesse un bellissimo ricordo di tutta la mia vita, della mia carriera e delle mie vittorie".

Dopo di lei, soltanto un altro pilota, anch'esso italiano, ha avuto un impatto così dirompente sul motociclismo. A tal proposito le chiedo: cosa ha in comune con Valentino Rossi? E in cosa invece siete proprio all'opposto?

"Tra i vincenti abbiamo tanto in comune, perché ci vogliono delle caratteristiche e
delle doti uguali. Forse lui era più istrionico.  Io ero più chiuso visto che arrivavo dal nord: bresciani e bergamaschi siamo un po' più chiusi. Lui invece faceva più show. Però alla fine l'importante è la vittoria. Perché il pubblico viene a vedere la vittoria e diciamo lo show lo fai con la vittoria".

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Per chiudere le faccio una domanda secca sull'attualità: chi vince il Mondiale della MotoGP 2024 tra Bagnaia e Martin?

"È molto, molto dura. Adesso Martin ha un vantaggio di circa venti punti, quindi è un bel vantaggio dato che mancano poche gare e non possono più sbagliare. Non ci sono più gare per poter rimediare allo sbaglio o al problema tecnico, anche se io credo che il campionato si concluderà all'ultima gara a Valencia.

Non saprei dire chi vincerà. Bagnaia ha già provato la tensione che adesso avranno entrambi in queste ultime gare derivante dal fatto che sanno benissimo che se sbagli è finita. Dipende chi riesce a gestire meglio questa tensione che avranno dalla prossima
gara in poi, però sono due molto forti. Che vinca il migliore".

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