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Formula 1 a Singapore mentre infiamma il “Crashgate”: ma la curva dello scandalo non esiste più

Il Mondiale di Formula 1 2023 sbarca a Singapore proprio mentre infiamma la battaglia legale tra Felipe Massa e la F1 e la FIA per il titolo 2008: a Marina Bay però la curva dove andò in scena il crashgate che vide Piquet Jr schiantarsi volontariamente contro il muro e che, a conti fatti, costò il titolo iridato all’allora pilota Ferrari oggi non c’è più.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo Monza il Mondiale di Formula 1 2023 fa tappa a Marina Bay per il GP di Singapore che apre la serie di gare extraeuropee di fine stagione e lo fa con entrambi i titoli iridati già ipotecati da Max Verstappen e dalla Red Bull (che qui ha già il primo match point per conquistare matematicamente quello costruttori). In questo momento però c'è un altro titolo iridato, già assegnato, che tiene banco nel paddock della F1, vale a dire quello del 2008 vinto da Lewis Hamilton ma oggi rivendicato dall'allora pilota Ferrari Felipe Massa che ha intrapreso un'aspra battaglia legale contro la FIA e la stessa Formula 1 (a capo della quale paradossalmente c'è oggi quello Stefano Domenicali che all'epoca dei fatti era il team principal della scuderia del Cavallino).

E, coincidenza vuole, che la diatriba che sta infiammando le cronache della F1 (soprattutto dopo che al brasiliano è stato vietato l'accesso nello scorso GP di Monza) abbia a che fare proprio con il circuito su cui si disputerà la prossima gara del campionato attualmente in corso, dato che tutto ha origine dall'ormai arcinoto scandalo "crashgate" orchestrato dal team manager della Renault Flavio Briatore (che per questo era stato inizialmente radiato dalla F1) andato in scena proprio nel corso del GP di Singapore del 2008.

Al 13° giro di quella gara infatti Nelson Piquet Jr in uscita da curva 17 del circuito di Marina Bay si andò a schiantare volontariamente contro il muro che costeggiava la pista per far sì che entrasse in pista la safety car e favorire così il compagno di squadra Fernando Alonso che, a differenza degli avversari, aveva già effettuato il pit-stop e ne approfittò per portarsi in testa e andare poi a vincere la gara.

Il tutto mentre Felipe Massa fu vittima di un clamoroso errore del box che mise fine anticipatamente alla sua corsa mentre era in lizza per la vittoria (si fermò per il rifornimento ma gli venne dato il via libera troppo presto e ripartì con il bocchettone ancora attaccato alla sua Ferrari) e mentre un altro dei contendenti al titolo, Lewis Hamilton, chiuse in terza posizione guadagnando 6 punti in classifica sul ferrarista (punti risultati decisivi a fine anno per la conquista del titolo portato a casa dal britannico con una sola lunghezza di vantaggio sul brasiliano del Cavallino Rampante).

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Lo scandalo venne fuori l'anno successivo e il Tribunale della FIA condannò la Renault e Flavio Briatore confermando di fatto che l'incidente di Nelson Piquet Jr era stato studiato a tavolino dal team manager italiano. Stando ai regolamenti però a quel punto era impossibile intervenire retroattivamente sulla classifica di quella gara e di conseguenza del Mondiale.

Dunque Felipe Massa sapeva di esser stato defraudato del titolo mondiale fin dal momento in cui il crashgate di Singapore è stato accertato. Inevitabile chiedersi allora perché il brasiliano solo oggi, a distanza di 15 anni, abbia intrapreso una battaglia legale per riavere indietro quel titolo iridato. La risposta sta nelle recentissime rivelazioni fatte dall'allora patron del Circus Bernie Ecclestone che ha confessato che lui e l'allora presidente FIA Max Mosley fin da subito erano a conoscenza della frode messa in atto dalla Renault nel GP di Singapore con il pilotato incidente di Nelson Piquet Jr e hanno scientemente insabbiato tutto fino a quando per regolamento non diventò impossibile intervenire sulla classifica iridata che ha visto quindi trionfare Lewis Hamilton grazie al celebre sorpasso su Timo Glock all'ultimo giro dell'ultima gara.

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Questo retroscena cambia radicalmente la questione in quanto, essendone a conoscenza fin da subito, la Formula 1 e la FIA, da regolamento, avrebbero infatti dovuto annullare la gara del GP di Singapore e togliere i punti ottenuti in quella corsa dalle classifiche iridate e questo, alla luce dei risultati degli ultimi tre GP, avrebbe permesso al brasiliano della Ferrari di conquistare il suo primo titolo iridato. Ed è proprio su questo punto che si basa la richiesta di Felipe Massa di riavere quel mondiale con 15 anni di ritardo oltre ad un importante risarcimento economico per i danni di immagine e i mancati introiti che avrebbe avuto qualora fosse stato subito nominato campione del mondo.

E, forse non casualmente, mentre sta andando in scena la fase cruciale di questa aspra battaglia legale tra Felipe Massa, la F1 e la FIA, il carrozzone della Formula 1 2023 fa tappa proprio su quel circuito dove è avvenuto lo scandalo che ha dato origine a tutto. Arrivando a Marina Bay per il GP di Singapore però c'è qualcosa di diverso che salta subito all'occhio e che riporta inevitabilmente la mente al crashgate: per l'edizione 2023 infatti il layout del tracciato cittadino che ospita la gara singaporiana è stato modificato nel tratto finale con la curva che fu teatro dello schianto pilotato di Nelson Piquet Jr nel 2008 che ora non esiste più. Un'altra strana coincidenza dunque in questa vicenda che sembra farsi sempre più intricata.

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