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Ferrari nel panico a causa di Hannah Schmitz, la stratega Red Bull che vede il futuro in pista

“Non è sempre l’auto più veloce a vincere la gara”, è la frase che rende bene l’idea di come Hannah Schmitz interpreta il suo ruolo di stratega della Red Bull. Chi è l’ingegnere meccanico che ha trasformato la passione per la F1 in un lavoro grazie a Schumacher.
A cura di Maurizio De Santis
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Hannah Schmitz, l'ingegnere e capo stratega della Red Bull che a Monte Carlo ha beffato la Ferrari.
Hannah Schmitz, l'ingegnere e capo stratega della Red Bull che a Monte Carlo ha beffato la Ferrari.

Charles Leclerc imprecava per il pasticcio combinato ai box dal Team Ferrari e vedeva la vittoria svanire per un banale errore di comunicazione e di valutazione della strategia. È l'unica variabile, quella del fato, che nella logica dei dati elaborata da Hannah Schmitz non poteva essere calcolata. O forse sì, l'aveva stimata e s'era lasciata in serbo il ‘piano b' perché dice "il mio lavoro è capire come vincere una gara". A Monte Carlo la Red Bull ha approfittato (anche) dell'incertezza degli avversari, trasformando la mole di informazioni incamerate prima della gara e in pista in una vittoria: Sergio Perez primo davanti a Carlos Sainz, Max Verstappen sul podio e l'altro pilota della Rossa fuori a rimuginare sulla beffa.

Un disastro per la Scuderia di Maranello, l'esaltazione dell'intuito e la capacità di leggere il futuro incrociando una serie di rilevamenti statistici per i bolidi di Milton Keynes. Dietro questo lavoro certosino c'è lei, l'ingegnere meccanico Schmitz, 37 anni, laureata a Cambridge, la stratega che sta davanti alla piattaforma di monitor: sa cosa, come, quando e deve esser fatta la mossa migliore. A cominciare dall'utilizzo della mescola più adatta all'asfalto, alle proprietà fisiche degli pneumatici, alla condizioni e alle caratteristiche del tracciato, al meteo e alla performance del conducente, alle prestazioni degli avversari fino all'excursus storico dei Gran Premi.

Se la guardi negli occhi puoi leggere la sequenza di un algoritmo, poco dopo avvicina le labbra al microfono e dà l'ordine che innesca la reazione a catena. "Tutti hanno lo stesso accesso agli stessi dati, ma è ciò che fai con quei dati che ti dà il vantaggio", è il suo motto confessato in un'intervista a blog.oracle.com.

Dietro i successi della Casa austriaca c'è molto della donna che dal 2011 è principal strategy engineer di Oracle Red Bull Racing. Al mondo della Formula 1 s'è avvicinata per passione e perché vedere Michael Schumacher la ispirò abbastanza da trasformare il sogno in realtà. La lezione che ha imparato finora è tutta in una frase che spiega bene qual è il modo in cui interpreta il suo lavoro: "Non è sempre l'auto più veloce a vincere la gara – aggiunge Schmitz -. Ci sono cose che puoi fare con la strategia per cercare di evitare che ciò accada".

È stato così nel Principato, fu lo stesso nel 2019 in Brasile (quando lasciò sbigottito Verstappen suggerendogli una terza sosta perché certa che avrebbe ripreso e sorpassato Hamilton) e a Silverstone nel 2020 quando la Mercedes sembrava imbattibile. Per tutti, non per lei abituata a prevedere ogni cosa: "I dati entrano in ogni decisione che prendiamo", afferma Schmitz che ha in Oracle Cloud Infrastructure (OCI) il migliore collaboratore che l'aiuta a prendere le decisioni fondamentali per il giorno della corsa: è il cervellone al quale suggerisce una serie di opzioni per ricavarne miliardi di combinazioni, abbastanza da decriptare il futuro e fare la cosa giusta. La Red Bull c'è riuscita grazie ad Hannah, la Ferrari no.

Hannah Schmitz davanti alla piattaforma di monitor al muretto della Red Bull.
Hannah Schmitz davanti alla piattaforma di monitor al muretto della Red Bull.

In un circuito cittadino come quello di Monte Carlo dove i sorpassi sono quasi difficili, la gestione del team austriaco ha fatto la differenza. Perez è stato uno dei primi a sostituire le gomme da pioggia con le intermedie (13° giro), una scelta che gli ha consentito di guidare più veloce e lasciare alle spalle Sainz tornato ai box per passare direttamente alle gomme per l'asciutto. Il segnale che si attendeva è arrivato poco dopo: Leclerc viene richiamato ai box per errore, le due Red Bull svettano al comando e acquisiscono un vantaggio tale da effettuare un altro cambio pneumatici conservando la leadership.

Il pilota messicano aveva la vittoria in pugno, Sainz duellava con l'olandese, Leclerc era una furia. "Noi siamo stati eccezionali – ha spiegato il team principal della Red Bull, Christian Horner – ma abbiamo anche approfittato dei loro errori". Le prime quattro posizioni sono rimaste invariate fino al termine del Gran Premio. Schmitz aveva previsto tutto.

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