Ferrari-Leclerc, perché un contratto di appena 9 milioni di euro l’anno?
Una bomba che sembra un fuoco d’artificio. Con l’ufficialità del prolungamento del contratto di Charles Leclerc fino al 2024, la Ferrari ha fatto trapelare che l’ingaggio pattuito con il pilota monegasco sia di 9 milioni di euro a stagione. Una cifra assolutamente inverosimile, vestita del clamore di uno stipendio triplicato ma che in realtà è lontanissima dal reale valore di mercato di un giovane che finora ha vinto tutto quello che c’era da vincere.
Leclerc, il predestinato
Leclerc, classe 1997, ha cominciato la sua carriera nei kart, nel 2005, vincendo nello stesso anno il campionato PACA francese, e confermandosi iridato anche nel 2006 e 2008. Nel 2010 il salto nella classe KF3, dove ha vinto la Junior Monaco Cup e l’anno successivo la coppa del mondo della classe CIK-KF3, il trofeo Academy CIK-FIA e anche il Master dell'ERDF Junior Kart. Nel 2012 il passaggio in classe KF2 e, sempre nello stesso anno, la vittoria del titolo WSK Euro Series oltre a quello di vice-campione KF2 e del campionato del mondo di Kart CIK-FIA Under 18. Risultati che gli hanno spalancato le porte della Formula Renault, dove è approdato nel 2014, laureandosi vice-campione nell’anno di debutto nella serie. Nel 2015 l’approdo nella Formula 3 europea dove nel weekend di apertura del campionato a Silverstone ha addirittura vinto la sua prima gara. Nel 2016 la sfida della GP3 e il titolo di campione conquistato ad Abu Dhabi, nonostante il suo ritiro nella gara risultata decisiva per il campionato. Da qui l’ingresso nella Ferrari Academy e nel 2017 il salto in Formula 2, dove al primo colpo ha conquistato il titolo di campione. Un curriculum d’eccezione che nel 2018 lo ha catapultato in Formula 1 con la Sauber e nel 2019 alla Ferrari con cui ha conquistato due vittorie (Spa e Monza) e altri otto podi, oltre a sette pole che lo hanno incoronato miglior poleman della stagione davanti alle Mercedes di Lewis Hamilton e Valtteri Bottas con cinque pole ciascuno.
Risultati che non lasciano alcun dubbio sul suo futuro da predestinato campione di Formula 1, spingendo la Ferrari a scommettere tutto di lui. O forse troppo poco, vista la grande speranza che il Cavallino ripone nel suo talento ma soprattutto le cifre che girano per accaparrarsi i migliori dei suoi colleghi. Ad esempio, per convincere Max Verstappen a restare in Red Bull, la scuderia di Milton Keynes stacca un assegno di oltre 12 milioni di euro l’anno. Ancora più eclatante il caso di Daniel Ricciardo che, per approdare alla Renault, una vettura senza aspettative e pressioni iridate, ha firmato con contratto di oltre 15 milioni di euro l’anno. Per non parlare delle somme incassate dai big: Sebastian Vettel, il compagno di squadra che Leclerc ha battuto in questa sua stagione di esordio in Ferrari, l’anno prossimo guadagnerà circa 40 milioni di euro, mentre il sei volte campione del mondo Lewis Hamilton viaggia intorno ai 50 milioni di euro l’anno.
Perché un contratto di appena 9 milioni di euro l'anno?
I 9 milioni di euro di Leclerc sono noccioline che possono far intendere che il suo manager, Nicolas Todt, il figlio dell’attuale presidente della Fia ed ex direttore della Scuderia Ferrari Jean Todt, abbia completamente sbagliato i termini della contrattazione. Un’ipotesi da escludere, visto la sua grande esperienza e i consigli che lo smaliziato papà gli può aver dato. Chiaramente, uno dei propositi della Ferrari è stato quello di cercare di assicurarsi il rinnovo di Leclerc con il contratto più basso possibile, ma una somma così al disotto del suo effettivo valore di mercato rischia di trasformarsi in una mossa che non lo blinda assolutamente, considerate le risorse finanziare a disposizione dei rivali che potrebbero permettersi di pagare tranquillamente una penale pari al suo ingaggio e di offrigli senza troppi problemi il doppio dello stipendio.
Non resta che presumere che quello di Charles sia un ingaggio piramidale, vale a dire che incasserebbe 9 milioni di euro per la prossima stagione con un successivo vigoroso innalzamento dello stipendio, magari in base ai risultati. Oppure che dietro a una somma così bassa ci sia una questione di bilancio, con la Ferrari orientata al risparmio in funzione di un grosso colpo di mercato, magari riferito proprio Lewis Hamilton che a Maranello ha già avuto due incontri con il presidente della Ferrari, John Elkann. Per passare alla Rossa, il fuoriclasse britannico non si accontenterebbe ovviamente di una cifra inferiore alla quella attualmente percepita dalla Mercedes che, d’altra parte, visto il nuovo corso avviato dal presidente di Daimler, Ola Kallenius, e la sua politica orientata all’austerità, potrebbe non essere più disposta a proseguire un matrimonio tanto fruttuoso quanto salato.