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Ferrari F1, l’ex boss Montezemolo: “Stagione persa, Binotto inesperto mandato allo sbaraglio”

L’ex presidente della Scuderia Ferrari Luca Cordero di Montezemolo sul momento negativo in Formula 1 del team di Maranello: “Stagione persa. Il team principal Mattia Binotto è un giovane alle prime armi lasciato solo a gestire tutto. Un errore l’annuncio anticipato dell’addio di Vettel e aver lasciato andare Allison e Sassi alla Mercedes”. E sul futuro: “Sono preoccupato: non bastano un nuovo musetto e un nuovo alettone per migliorare le cose”.
A cura di Michele Mazzeo
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Il campionato Mondiale 2020 di Formula 1 è cominciato malissimo per la Ferrari che dopo tre gare si ritrova con un solo podio all'attivo (quello di Charles Leclerc al debutto in Austria) in quinta posizione nella classifica dei costruttori a 94 punti dalla capolista Mercedes e preceduta anche da Red Bull, McLaren e Racing Point.

Le prestazioni della SF1000 anche nell'ultima gara in Ungheria non hanno convinto (con entrambi i piloti addirittura doppiati da Lewis Hamilton). Di questo e di tanto altro ha parlato l'ex boss del Cavallino Luca Cordero di Montezemolo, presidente Ferrari per 25 anni, che non ha avuto parole d'elogio per le Rosse e per il team principal Mattia Binotto svelando anche quali sono, a suo dire, i principali errori commessi dal centro di comando di Maranello in questi ultimi anni in cui la Ferrari non è riuscita a vincere.

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"Dobbiamo avere il coraggio di dare per persa questa stagione – ha detto infatti intervenendo alla trasmissione radiofonica ‘La politica nel pallone' del Gr Parlamento -, ma sono molto preoccupato per le prossime stagioni perché ci stiamo giocando anche il 2021 e 2022.  La dirigenza della Ferrari deve prendere adesso decisioni coraggiose, prendere il toro per le corna".

Montezemolo ha poi anche spiegato quali sono secondo lui gli errori commessi da Maranello negli ultimi anni: "Il problema di oggi nasce dall'organizzazione – ha detto Montezemolo –, adesso una sola persona ha molte responsabilità sulle spalle. Di fatto Mattia Binotto, che è un giovane alle prime armi come direttore tecnico, è responsabile della gestione sportiva, della gestione piloti, dell’area tecnica e deve occuparsi anche della politica. Ai miei tempi io avevo costruito una squadra con il meglio del meglio. C’erano Jean Todt, Ross Brawn, Rory Byrne, Paolo Martinelli, Stefano Domenicali. La Formula 1 è come il grande calcio internazionale, non si guardano i passaporti, per vincere si deve cercare il meglio e poi far crescere gli uomini che ci sono all’interno. Negli ultimi tempi, in Ferrari i talenti li hanno fatti andare via. Prima Allison, poi Sassi, adesso tutti alla Mercedes”.

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Mentre sul futuro le parole dell'ex presidente della Ferrari dal 1991 al 2014 ha dichiarato: "Mi sembra eccessivo parlare di rifondazione della squadra, ma va rimesso mano il prima possibile all'organizzazione. E se la macchina non sarà nettamente migliorata sarà ancora peggio l'anno prossimo. Non penso che per migliorare bastino un musetto o un alettone: c'è una gara ogni settimana o al massimo ogni 15 giorni, con questa organizzazione vedo difficile sviluppare la macchina o pensare al futuro, è un momento molto delicato".

L'ex numero uno della Ferrari ha detto la sua poi anche sulla questione piloti, in particolare sull'annuncio del divorzio con Sebastian Vettel dalla prossima stagione: "Io sinceramente non avrei annunciato così presto l'addio di Vettel – ha infatti chiarito subito il manager 72enne – anche perché la pressione su Leclerc ora è grande: non dimentichiamoci che è giovanissimo, è arrivato soltanto lo scorso anno alla Ferrari e non ha vinto ancora nulla. Non è facile far convivere due numeri uno: giusta la scelta di averne soltanto uno, ma avrei aspettato per annunciarla. Il problema della Ferrari non sta nei piloti, ma in una macchina molto lontana dalla competitività".

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