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F1, Daniel Ricciardo: “Nella lotta al razzismo il silenzio è peggio delle critiche”

Daniel Ricciardo nel GP di Russia di Formula 1 ha indossato una mascherina con la scritta “Uguaglianza” ispirato dalla tennista Osaka e dai suoi messaggi per promuovere il movimento antirazzismo Black Lives Matter. Il pilota della Renault ha spiegato perché ha voluto fare questo gesto plateale: “Nella lotta al razzismo un grosso problema è il silenzio. Se hai una voce forte, allora falla sentire. Devi essere preparato a qualche critica se è qualcosa a cui tieni fortemente e in cui credi, non vedo perché non farlo”.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo Lewis Hamilton e Sebastian Vettel anche Daniel Ricciardo ha voluto dare un forte segnale contro il razzismo. Nel Gran Premio di Russia il pilota della Renault ha indossato una mascherina con la scritta "Uguaglianza" per mostrare il suo desiderio di pubblicizzare il messaggio antirazzista. Come ha spiegato lo stesso australiano la scelta di  indossare quella mascherina è stata ispirata dalla tennista giapponese Naomi Osaka, che più volte ha messo in mostra diversi messaggi per promuovere il movimento Black Lives Matter.

Daniel Ricciardo inoltre ha voluto esternare la propria felicità per il fatto che il mondo ora possa discutere apertamente di qualcosa di cui anche lui stesso aveva difficoltà a parlare fino a qualche mese fa: "Non ero molto a mio agio a parlarne all'inizio di quest'anno – ha detto infatti il driver della Renault riguardo al suo impegno contro il razzismo –. Iniziare a parlare di cose di cui non hai mai parlato prima, che si tratti di razzismo, di salute mentale o di uno qualsiasi di questi argomenti, è difficile. Devi essere preparato a qualche criticaha poi spiegato il 31enne di Perth -, o comunque a feedback non positivi al 100%. Ma ancora una volta, penso che se è qualcosa a cui tieni fortemente e in cui credi, non vedo perché non farlo.

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Penso soprattutto al razzismo. Un grosso problema è il silenzioha infine concluso il pilota che dal prossimo anno lascerà la Renault per approdare in McLaren -, e le persone che conosciamo sono troppo a loro agio nel loro guscio per parlarne apertamente. Penso che sia proprio questo il punto: vanno incoraggiati, se hai una voce forte, allora falla sentire".

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