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Elio De Angelis, il pilota gentiluomo che morì in un tragico incidente in Francia

Il 14 maggio del 1986 sul circuito de Le Castellet la Brabham guidata da Elio De Angelis perse l’alettone e divenne incontrollabile. La Brabham si ribaltò più volte e dopo essere finita sulle barriere prese fuoco. Jones, Mansell e Prost cercarono di estrarre il pilota romano dalla vettura, ma non ci riuscirono. Il giorno seguente De Angelis morì. Dalla sua morte la Formula 1 ha fatto passi da gigante nel campo della sicurezza.
A cura di Alessio Morra
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Parlando tra amici di sport capita sempre il momento in cui si arriva a citare il primo ricordo sportivo, o magari di un singolo sport. C'è chi ricorda esattamente la prima partita di calcio vista, chi il primo incontro di tennis o di basket, generalmente è un flash. Una fotografia, quasi una visione. Probabilmente il mio primo ricordo relativo alla Formula 1 è la tragica morte di Elio De Angelis, un amatissimo pilota italiano che perse la vita tragicamente in seguito a un incidente avvenuto in un test privato sul circuito de Le Castellet in Francia. Aveva vinto due Gp in carriera, in quel momento correva per la Brabham, ed aveva solo ventotto anni.

Il test di Elio De Angelis a Le Castellet

Elio De Angelis era un gentiluomo vero, un signore, amava il piano, lo suonava benissimo, parlava a bassa voce, aveva uno sguardo profondo, era disponibile con tutti, dai giornalisti ai tifosi. In Formula 1 arrivò nel 1979, avvio faticoso poi sei stagioni con la Lotus, due vittorie (Austria e Imola), compagni di squadra scomodi (Mansell, Senna), poi nel 1986 il passaggio alla Brabham, che in squadra aveva già un italiano Riccardo Patrese. Quella stagione inizia malissimo. La Brabham deve correre ai ripari e decide di fare un test privato in Francia, si va al circuito de Le Castellet. Viene designato Patrese, ma De Angelis gli chiede di correre al posto suo. Il pilota romano insiste e ottiene il sì.

Il tragico incidente con la Brabham

Il 14 maggio non c'è solo la Brabham motorizzata Bmw in pista al Paul Ricard. Improvvisamente l'alettone posteriore della Brabham si stacca, la vettura di De Angelis è incontrollabile e si cappotta, più volte. La Brabham finisce contro una barriera e prende fuoco. I piloti che sono in pista si fermano. Parcheggiano le rispettive monoposto Alan Jones (campione del mondo 1980), Nigel Mansell e Alain Prost, che sprezzante del pericolo cerca di liberare dalle fiamme De Angelis. Non ci riesce. Molti minuti dopo i commissari tirano fuori il pilota che dopo oltre mezz'ora vien trasportato in ospedale, dove muore il giorno seguente a causa dell'asfissia provocata dal fumo. Era il 15 maggio 1986.

La morte di De Angelis ha contribuito alla sicurezza in F1

De Angelis lasciò un vuoto enorme nel circus. Anche il Drake Enzo Ferrari che non era tenerissimo e che ebbe uno screzio con il papà gli regalò delle parole meravigliose:

Gli avevo offerto per primo di provare una Formula 1. Ho sempre visto in lui una positiva continuità di veloce regolarista e mi auguravo che la sua affermazione piena andasse bel oltre la soddisfazione di due Gran Premi vinti. Non ne ha avuto il tempo. Terribile perdere così un giovane serio e buono.

I piloti di Formula 1 dopo la sua tragica morte chiesero maggiore sicurezza. Minacciarono uno sciopero vero e proprio. Il circus capì che in quel modo non si poteva andare avanti. Elio è stato l'ultimo pilota a perdere la pista fino a quel tremendo weekend di Imola del 1994. E oggi si ricorda un pilota gentiluomo che ha lasciato un segno forte nella storia della Formula 1.

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