Ducati sotto attacco per il “bottone magico” che abbassa in movimento anche l’anteriore
Per i team rivali è un trucco da mettere al bando. Per la Ducati è questione di acume strategico e perizia degli ingegneri nel dotare le moto che partecipano al Mondiale di MotoGp di modifiche tecniche che rendono il baricentro dei mezzi variabile e ne correggono l'assetto. Basta premere un pulsante, girare una levetta e i veicoli si abbassano come per magia. In realtà è il potere della meccanica che si innesca per mano del pilota e fa sì che il congegno tenga al riparo la Casa tra le pieghe del regolamento.
Holeshot è il nome del dispositivo che nella scorsa stagione abbassava la sospensione posteriore e conferiva alla moto migliore stabilità in partenza e in accelerazione considerato il differente centro di gravità. A Borgo Panigale hanno studiato dati, incrociato valutazioni, sistemato ogni dettaglio affinché da quest'anno Miller e Bagnaia beneficino di un altro strumento da utilizzare in qualifica come in gara per migliorare i tempi e le prestazioni: si chiama ride height device e dà ai piloti la possibilità di modulare/abbassare in movimento anche la sospensione anteriore.
Si aziona attraverso un bottone posizionato sul cruscotto ed è perfettamente legale, sostengono alla Ducati. "Abbiamo sviluppato un sistema sul quale abbiamo lavorato lo scorso anno all’interno del regolamento – le parole a Sky Sport del direttore sportivo della Ducati, Paolo Ciabatti -. Dispiace vedere che la reazione dei costruttori di fronte all’ennesima innovazione è cercare di cambiare il regolamento per vietarla. Vedremo cosa deciderà la GP Commission nei prossimi giorni".
Cosa dice il regolamento tecnico attuale? Considera illeciti (e quindi passibili di sanzioni) gli sviluppi elettronici mentre le novità apportate dalla Ducati restano nel solco della meccanica che si attiva solo quando e se il pilota lo ritiene opportuno, senza alcun obbligo da parte sua.
La reazione delle scuderie concorrenti non s'è fatta attendere, è stata immediata. Tutte hanno puntato l'indice sulla sicurezza, sui costi di progettazione e assemblaggio di sistemi del genere. La levata di scudi è arrivata attraverso i rappresentanti dei costruttori nell'assemblea della MSMA (Motorcycle Sport Manufacturers Association): hanno chiesto che il dispositivo sia ufficialmente vietato ma dovranno attendere il 2023, qualsiasi decisione della Gran Prix Commission dinanzi alle obiezioni giunte sul tavolo avrà valenza a partire dall'anno prossimo. Per ora, si arrangi chi può.