Dopo il Covid agli italiani piacciono auto ibride ed e-bike: crollo del trasporto pubblico
La pandemia da Coronavirus ha inevitabilmente cambiato le abitudini degli italiani in tema di mobilità. Anche per effetto delle regole del distanziamento sociale e della paura del contagio si è infatti sensibilmente ridotto il ricorso al trasporto pubblico locale con l'auto privata che resta il mezzo preferito. Ma, grazie agli incentivi, sembra esserci un primo leggero spostamento verso i veicoli elettrici con il boom delle e-bike.
Il "18° Rapporto Audimob sulla mobilità degli italiani", curato da Isfort in collaborazione con il Cnel, fotografa di fatti un sostanzioso aumento dei mezzi elettrici in circolazione nel nostro Paese che a fine giugno 2021 hanno raggiunto quota 123 mila unità: con le auto green che sono più che raddoppiate rispetto al 2019 con un aumento del 267,2%. Un'inversione di tendenza nei gusti degli italiani dimostrata anche dal fatto che da febbraio 2021 le immatricolazioni di auto ibride sono superiori rispetto a quelle diesel, anche se permane il ritardo rispetto agli altri Paesi dell'Unione Europea per quel che concerne la vendita di auto ibride plug-in e 100% elettriche. Boom invece per le e-bike con 437 mila biciclette elettriche acquistate dagli italiani dal primo gennaio 2020 al 30 giugno 2021 con il dato in continua crescita dato che nel primo semestre di quest'anno ne sono state vendute già 157mila con un aumento del 12% rispetto allo stesso periodo del 2020.
Il tutto va contestualizzato tenendo conto delle limitazioni dettate dall'emergenza sanitaria e del fatto che tra il 2020 e il 2021 in Italia vi è stato un vero e proprio crollo dei volumi di mobilità sia nei giorni feriali (-22,3% in termini di spostamenti e -39,8% in termini di distanze coperte rispetto al 2019) che in quelli festivi (-31,1%). Crollo confermato anche dalla importante riduzione del numero medio di spostamenti della popolazione, del tempo medio pro-capite percepito per la mobilità giornaliera e della distanza media pro-capite percorsa ogni giorno che passa dai 24 km del 2019 ai 15 km attuali. Un calo nei giorni lavorativi compensato solo in piccola parte dall'aumento della mobilità di prossimità con gli spostamenti a piedi che sono passati dal 20,8% del 2019 al 29% del 2020, e al consolidamento dell'utilizzo della bicicletta e della micromobilità.
L'analisi infine fotografa l’anno della crisi profonda del trasporto pubblico che nel 2020, anche per effetto delle regole del distanziamento sociale e della paura del contagio, ha visto dimezzare la quota modale (dal 10,8% al 5,4%) e perdere nel corso dell’anno oltre il 50% dei passeggeri.