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Doping, Andrea Iannone positivo alle contro-analisi. Rischia una squalifica fino a 4 anni

Le contro-analisi hanno confermato la positività di Andrea Iannone al drostanolone. Lo steroide androgeno esogeno anabolizzante è presente nel campione di urine dell’abruzzese in quantità minima (1.1 nanonagrammi per millilitro), che conferma la tesi difensiva “dell’assunzione accidentale e della contaminazione alimentare” portata avanti dai legali del pilota. “The maniac” rischia una squalifica di 4 anni e di non essere a disposizione per l’inizio del Mondiale (8 marzo, in Qatar).
A cura di Maurizio De Santis
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Le contro-analisi hanno confermato la positività di Andrea Iannone al drostanolone. Lo steroide androgeno esogeno anabolizzante bandito della Wada (World Anti-Doping Agency) è presente nel campione di urine dell'abruzzese in quantità minima (1.1 nanonagrammi per millilitro), che conferma la tesi difensiva "dell'assunzione accidentale e della contaminazione alimentare" portata avanti dai legali del pilota. Ma è sufficiente per l'agenzia internazionale per proseguire nella procedura che può portare al proscioglimento da ogni accusa fino alla squalifica di massimo quattro anni dopo la sospensione momentanea.

Cosa accadrà adesso? Dopo il deferimento e l'istruttoria, ci saranno ancora 45 giorni di tempo dall'inizio del dibattimento perché vi sia la sentenza definitiva. Calendario alla mano, la tempistica si abbatte come un macigno sulla prossima stagione agonistica dell'italiano considerato che l'8 marzo – in Qatar – c'è il primo appuntamento del Mondiale di MotoGp. Il rischio che Iannone non possa correre c'è ed è molto alta.

Cos'è il drostanolone? La sostanza che è stata rilevata nell'organismo di Andrea Iannone è un anabolizzante contenuto in un farmaco anti-tumorale, viene usato nelle palestre per accrescere la massa muscolare senza causare sbalzi di peso e può essere assunto solo dall'esterno. "Consumando un certo quantitativo di carni asiatiche", è uno dei punti essenziali del collegio difensivo. Ecco perché il pilota Aprilia è finito nei guai pur sostenendo di essere in assoluta buona fede. Altro punto chiave della tesi, la concentrazione di modeste proporzioni rilevata al termine di un Gran Premio come quello della Malesia dove le condizioni in pista – per lo sforzo e per la temperatura in pista – comportano disidratazione e densità dei liquidi.

Non si può approcciare questa vicenda senza partire dai quantitativi – ha ammesso l'avvocato De Rensis, legale di Iannone, a Radio Sportiva -. Le contro-analisi ci hanno consegnato dei valori impercettibili, metaboliti 1,1 nanogrammi/millilitri. In più c'è il dato dell'urina: 1,024. Probabilmente, se Andrea avesse bevuto due litri d'acqua quel giorno prima di sottoporsi al prelievo, oggi staremmo facendo altri discorsi.

E allora perché "The maniac" aveva quei valori non conformi? La contaminazione alimentare è uno dei punti della difesa: l'aver mangiato carne asiatica, notoriamente ricca di estrogeni, avrebbe causato l'assunzione involontaria della sostanza. L'avvocato De Rensis ha fatto notare anche un altro aspetto fondamentale al riguardo: ovvero, che i piloti arrivano al Gran Premio della Malesia dopo aver corso in Thailandia, Giappone a Australia e che Iannone nel continente asiatico era presente già da oltre un mese. Ecco perché è in quel periodo che avrebbe assunto – in maniera del tutto inconsapevole – quella sostanza.

Tutto il paddock è a conoscenza del fatto che Iannone consuma dai 200 ai 300 grammi di carne al giorno, per questo l'ipotesi è la contaminazione della carne.

Quale può essere la posizione dell'Aprilia? Con ogni probabilità verrà posto l'accento sull’aspetto etico, facendo distinzione tra il dolo e la colpa o l’umana ingenuità, così da evitare conseguenze peggiori per il pilota stesso. Intanto, con la possibilità concreta che Iannone non sia ai nastri di partenza del prossimo Mondiale, il team – nell'attesa che arrivi il verdetto – ipotizza una strategia alternativa: ovvero, presentarsi in pista con Bradley Smith.

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