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Dieci anni senza Marco Simoncelli, la fidanzata Kate: “Tutto cambiò in una manciata di secondi”

Kate Fretti era la fidanzata di Marco Simoncelli quando il pilota di Coriano morì tragicamente il 23 ottobre 2011 nell’incidente in gara sulla pista di Sepang in Malesia. A dieci anni di distanza da quel giorno, Kate Fretti ha parlato del ricordo del Sic e del grande lavoro della Fondazione. “La mia vita cambiò in una manciata di secondi”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Kate Fretti era la fidanzata di Marco Simoncelli quando il pilota di Coriano morì tragicamente in quel maledetto incidente in gara, il 23 ottobre 2011, sulla pista di Sepang, in Malesia. Un giorno triste per il mondo dei motori e per l'Italia intera che pianse per la scomparsa di uno dei grandi talenti del mondo delle due ruote. Il sorriso di Simoncelli è rimasto scolpito nella memoria e nel cuore di tutti coloro i quali erano al suo fianco. La famiglia, gli amici, il team e la stessa Kate Fretti che si occupa della Fondazione intitolata al Sic.

In un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, l'allora fidanzata di Simoncelli ha ripercorso quei tragici momenti parlando del suo lungo percorso di convivenza con un dolore difficile da superare. "Accade di pensare a Marco ogni giorno non solo a un anniversario – ha detto – Ho sempre tenuto dei diari e un giorno scriverò un libro anche se non l'ho mai detto a nessuno". Kate Fretti aveva 22 anni quando Simoncelli morì. "La mia vita cambiò in una manciata di secondi – racconta – Prima di quella tragedia i brutti pensieri non avevano spazio".

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Kate Fretti racconta gli anni immediatamente successivi a quella tragedia in Malesia. Un incidente ancora impresso nella nostra memoria e nella testa di chi ha vissuto da vicino quegli attimi tremendi. "Se avessi continuato a vivere come ho vissuto l'anno dopo la morte di Marco, mi sarei ammazzata – aggiunge ancora Kate Fretti nel corso del suo racconto – Mi mancava un pezzo della mia esistenza".

Il ricordo di Simoncelli, oggi, è sempre vivo anche nel lavoro incessante della Fondazione e di ‘Casa Simoncelli': "Un centro diurno, una struttura che accoglie disabili – spiega – Abbiamo anche costruito una casa in un orfanotrofio nella Repubblica Domenicana per ospitare ragazzi disabili e in Italia abbiamo aiutato il pronto soccorso e la Croce Rossa di Rimini ad acquistare un ecografo e un'ambulanza pediatrica".

Un lavoro non indifferente portato avanti con amore e passione nel ricordo di Simoncelli e della sua grande voglia di vivere. "A volte quando succedono le tragedie in gara mi viene in mente di chiudere tutto ma poi penso che in fondo questo è il mio mondo". Kate Fretti rimase a vivere a casa Simoncelli dopo l'incidente in Malesia a Sepang e non ha mai dimenticato quei giorni: "Parlare di casa Simoncelli è come parlare della mia famiglia – ha aggiunto – Rimasi con loro, anche perché così potevamo sostenerci a vicenda e così è stato". 

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