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Di Giannantonio racconta com’è lavorare con Valentino Rossi, ha un rituale: “Arriva un suo messaggio”

Nell’intervista esclusiva rilasciata a Fanpage.it, tra le altre cose il pilota MotoGP della VR46 Fabio Di Giannantonio svela un rituale che il capo del suo team, Valentino Rossi, fa dopo ogni sua sessione in pista. Ma non solo. Il centauro romano ha parlato anche del suo passato, del suo presente con la Ducati GP23 e del suo futuro per il quale il suo manager si sta già muovendo.
A cura di Michele Mazzeo
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Dopo aver rischiato di restare fuori dalla MotoGP 2024, in pochi mesi Fabio Di Giannantonio è diventato uno dei piloti più continui della griglia e il cambio di team, quest'anno corre con il Pertamina Enduro VR46 Racing Team, non sembra aver interferito nel suo percorso di crescita. Anzi. Il 25enne romano, primo pilota non cresciuto nell'Academy di Tavullia a correre per la squadra di Valentino Rossi, fin dai test, contrariamente al compagno di squadra Marco Bezzecchi, ha mostrato subito un grande feeling con la Ducati GP23 e nel GP delle Americhe attualmente in corso ad Austin punta ad essere tra i grandi protagonisti.

E, nell'intervista rilasciata in esclusiva a Fanpage.it, Fabio Di Giannantonio non nasconde le proprie grande ambizioni per l'attuale stagione ("Vorrei vincere tante gare") e per la prossima ("Voglio un a moto ufficiale che ci permetta di competere per il titolo mondiale"). Ma non solo. Sono stati infatti tantissimi gli argomenti trattati nel corso della lunga chiacchierata ai nostri microfoni: da ciò che è successo durante lo scorso campionato ("Non è scattato nessun ‘click' all'improvviso") al periodo in cui era rimasto senza sella per la stagione successiva, dalla trattativa saltata con Honda all'approdo nel team VR46 fino al suo rapporto con quello che ad oggi è il ‘boss' della squadra, vale a dire il nove volte campione del mondo Valentino Rossi ("Riesce comunque ad essere sempre molto presente").

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Il tuo approccio con la VR46 è stato subito ottimale nonostante tu sia il primo pilota del team non cresciuto nell'Academy…

"Io ho sempre avuto grande rispetto per questo team e per l'Academy della VR46 perché secondo me fanno un lavoro incredibile. Non a caso tutti i piloti con cui hanno lavorato hanno sempre ottenuto grandissimi risultati. E alla fine è questo che conta. Una volta entrato dentro poi ho capito fin da subito molte cose: la struttura è pazzesca, i ragazzi lavorano in modo incredibile, c'è veramente un bel gruppo e un'energia fantastica. E queste cose ti danno una mano, ti spingono a voler migliorare ogni giorno sia come pilota che come persona. È un gruppo che ti motiva, ti stimola e ti insegna quindi è molto bello per me".

E hai mostrato subito un gran feeling con la GP23… cosa ti piace di questa nuova moto?

"Sì. Dal primo giorno in cui ci sono montato sopra, nei test a Valencia dello scorso anno, io ho avvertito solo miglioramenti. Ha un carattere del motore leggermente diverso ma per il resto sono stati tutti miglioramenti rispetti alla GP22. La moto ora frena un po' più forte, in entrata di curva è un po' meglio, gira un po' più stretta, ha più trazione e accelera più forte quindi per me è tutto migliore".

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Che significa che ha un carattere del motore leggermente diverso?

"Si comporta in modo differente ma nulla di drastico. C'è stata un po' di speculazione sul fatto che la GP23 fosse così tanto diversa dalla GP22 ma per quanto mi riguarda le differenze in realtà non sono così grandi".

Però c'è chi ha dovuto modificare sensibilmente il proprio stile di guida per adattarsi alla GP23…

"Più che altro credo che sia un insieme di cose. Secondo me dipende anche dal modo in cui lavora la squadra insieme al pilota, come la squadra riesce ad ottimizzare al meglio il pacchetto tecnico e poi anche le preferenze del pilota. Io con David (Castaneda, ndr) e Claudio (Eusebi, ndr) e gli altri ragazzi magari riusciamo ad arrivare un po' prima ad una configurazione che mi piace e che poi mi permette quindi di spingere come voglio".

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Torniamo un attimo allo scorso anno: avevi iniziato male, poi improvvisamente è arrivata la svolta. Cosa è scattato nella tua testa da Mandalika in poi?

"In realtà niente. Sembra che un giorno mi sia svegliato e improvvisamente ho cominciato ad andare forte con la MotoGP ma non è così. Non c'è stato nessun ‘click' o nessun evento mitologico che mi ha permesso di passare da fare benino a molto bene. Noi già da metà stagione in poi avevamo iniziato ad andare forte, riuscivamo sempre ad essere molto veloci sul passo gara, ma faticavamo in qualifica e quindi non riuscendo ad accedere alla Q2 partivamo sempre da dietro e inevitabilmente il nostro piano gara diventava sempre complicato tra bandiere gialle, cadute e qualsiasi altro imprevisto. Quello che è cambiato dunque è stato che siamo riusciti a fare delle buone qualifiche, accedere con regolarità alla Q2 e quindi partire davanti ti permette di mostrare il tuo vero passo e tutto il tuo potenziale. Dunque è stata solo una crescita continua durante l'anno che poi ha portato a fare bene quando si sono incastrati un po' tutti i pezzi del puzzle".

Nonostante ciò ad un certo punto eri praticamente fuori dalla MotoGP 2024, poi però è arrivata l'opportunità di passare in VR46…

"Quando sono rimasto senza contratto per il 2024, ovviamente Diego (Tavano, il suo manager, ndr) stava cercando un modo per continuare in MotoGP con un progetto che mi potesse far crescere e migliorare come pilota. All'inizio sembrava ci fosse un'opportunità con la Honda che però non si è concretizzata. Poi però è andata benissimo per me, perché la porta che si è aperta con la VR46 rispecchia esattamente ciò che cercavo: continuavo a lavorare sulla stessa moto, con lo stesso metodo di lavoro che è quello Ducati e con un team molto forte che ha già ottenuto grandi risultati con vittorie e podi in MotoGP . Quindi quando si è aperta questa strada io ero contentissimo e abbiamo concluso tutto molto in fretta".

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Com'è avere Valentino Rossi come ‘capo'?

"Portiamo il nome di Valentino in giro per il mondo e quindi abbiamo una grande responsabilità che però è anche bella. Questa cosa ti mette una pressione positiva perché noi vogliamo fare bene per noi ma anche per lui e per il team. È una cosa che si sente molto nel modo in cui si gestisce il team: si vede che c'è l'impronta di un pilota che ha vinto tanto e poi ti offrono tutte le linee guida per arrivare al top".

Lui è presente con voi? Che rapporto avete?

"Ovviamente il team ha una sua struttura ed è gestito da diverse persone molto valide in cui lui ripone totale fiducia. Con me ci conoscevamo già prima e adesso ci stiamo conoscendo sempre di più. La cosa più ‘figa' è che si è messo fin da subito a disposizione per qualsiasi cosa avessi bisogno. E poi è comunque molto presente: dopo ogni turno di prove, ogni qualifica e ogni gara arriva sempre il suo messaggio. Ci tiene sia che il suo team vada bene ma anche che noi piloti facciamo bene".

Torniamo all'attualità, quali sono le aspettative per Austin? 

"Quest'anno siamo partiti bene in termini di velocità però purtroppo non abbiamo concretizzato né in Qatar né in Portogallo per dei piccoli problemi, ma sono molto fiducioso del fatto che, se sistemiamo queste piccole cose, possiamo essere davvero molto competitivi come tra l'altro abbiamo dimostrato nei test prestagionali. Austin è una pista che mi piace molto, sono salito sul podio quando ci ho corso in Moto3 e in Moto2. In MotoGP finora ho sempre faticato un pochino, ma credo che quest'anno con la maggiore esperienza che abbiamo sia io che il team possiamo fare un grande salto in avanti rispetto agli scorsi anni e fare veramente molto bene".

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E l'obiettivo stagionale invece? ‘A fine stagione sarai contento se…' 

"Se sarò cresciuto ancora come pilota e se avrò fatto molti buoni risultati. Mi piacerebbe vincere molte gare quest'anno perché io credo che ne abbiamo le possibilità. E poi chiudere in top-5, mi piacerebbe molto diventare uno dei ‘fantastici 5' che sono sempre lì davanti ad ogni gara".

Guardando ancora al futuro si parla già di un tuo rinnovo con VR46 per il 2025, a che punto sono le trattative?

"Diego (Tavano, ndr) si sta già muovendo come stanno facendo tutti i manager e tutti i team in questo momento perché il mercato è già molto caldo. L'obiettivo è quello di cercare la migliore soluzione possibile per noi. In queste fasi non sono molto coinvolto, ci pensa Diego che sa benissimo quali sono le mie priorità: vogliamo avere un pacchetto tecnico che ci permetta di competere per il titolo mondiale l'anno prossimo, lo possiamo fare anche quest'anno secondo me ma sarebbe molto interessante avere a disposizione un pacchetto ufficiale. E quindi sì, stiamo già cercando di trovare la migliore soluzione per noi per il prossimo anno".

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