Dakar 2020, morto Edwin Straver: il pilota moto deceduto dopo 8 giorni di agonia
Edwin Straver non ce l'ha fatta. Il pilota olandese, 48 anni, è deceduto otto giorni dopo la caduta durante l'undicesima e penultima tappa della Dakar 2020, in Arabia Saudita. La sua morte si aggiunge a quella di un altro centauro, il portoghese Paulo Gonçalves, caduto nella settima tappa. Straver, motociclista esperto, era alla terza partecipazione alla Dakar e lo scorso anno aveva vinto la categoria ‘Original', ovvero quella dei piloti senza assistenza. Era caduto ad una velocità di circa 50 chilometri orari, riportando la frattura di alcune vertebre cervicali ed un arresto cardiaco di 10 minuti. I servizi medici della Dakar sono riusciti a rianimarlo sul posto, per poi trasferirlo all'ospedale di Riad, dove è rimasto fino a mercoledì, quando è stato trasferito in Olanda. Ma le sue condizioni non sono migliorate e già ieri era circolata la notizia che si trovava in uno stato di morte cerebrale.
Straver morto dopo 8 giorni di agonia
Il decesso è stato confermato oggi da una nota ufficiale dell'Aso, l'organizzazione della Dakar. "Gli organizzatori della Dakar – si legge nel comunicato diffuso – sono stati informati dalla sua famiglia che il pilota olandese Edwin Straver, che era caduto al km 124 della speciale numero 11 di giovedì 16 gennaio (Shubaytah – Haradh), è morto per la gravità delle lesioni riportate".
"Il team medico aveva immediatamente inviato l'elicottero che ha trovato Edwin in arresto cardiaco e ha proseguito con grande sforzo la rianimazione durante il trasferimento all'ospedale di Riyadh. L'intera carovana della Dakar estende le sue sincere condoglianze alla famiglia e agli amici di Edwin."
Chi era Edwin Straver
Edwin aveva partecipato alle edizioni 2018 e 2019 della Dakar, chiudendo al 49° e 30° posto assoluto. Come detto, nel 2019, si era classificato al primo posto della classe Original e quest’anno era al via nella stessa categoria. Di professione ingegnere, era intenzionato a difendere il titolo e migliorare il proprio risultato nella generale. “Tornare alla Dakar – aveva dichiarato al sito ufficiale alla vigilia della prima tappa – è il mio modo per difendere il titolo ma non cambierò nulla del mio approccio. Restare fuori dai guai e portare la moto al traguardo è l’obiettivo principale. Non guarderò la classifica fino agli ultimi giorni. Una grande differenza starà nel fatto che avrò una nuova moto rispetto al 2019, una KTM, che ho preparato io stesso per conoscerla nei minimi dettagli”. Con il suo decesso, sale a 74 morti il tragico bilancio del rally raid più famoso al mondo tra partecipanti in gare e persone della carovana. Se invece si considerano soltanto i piloti e navigatori, il numero totale è di 31 vittime, di cui 22 motociclisti, morti in gara oppure nei giorni immediatamente successivi.