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Dakar 2020, Fernando Alonso a un passo dalla prima vittoria

“Non so perché ma preferisco le dune” dice il due volte iridato di Formula 1 e campione in carica del mondiale Endurance auto che ha chiuso al secondo posto l’ottava tappa a 4’04’’ da Mathieu Serradori. Ferme moto e quad per la morte di Paulo Goncalves.
A cura di Valeria Aiello
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Fernando Alonso all'arrivo dell'ottava tappa della Dakar 2020 / Aso
Fernando Alonso all'arrivo dell'ottava tappa della Dakar 2020 / Aso

In una giornata velata dalla profonda tristezza per la morte del pilota Paulo Goncalves nella speciale moto di ieri, a disputare l’ottava tappa della Dakar, un anello di 477 km cronometrati con partenza e arrivo a Wadi Al-Dawasir, nel bel mezzo del deserto dell’Arabia Saudita, soltanto gli equipaggi di auto e camion dopo che gli organizzatori della corsa hanno deciso di cancellare in segno di lutto il round di moto e quad. La vittoria dello stage auto è finita nelle mani del francese Mathieu Serradori che, al volante della Century del team SRT, si è assicurato il suo primo successo in carriera alla Dakar, autore di una prova perfetta che lo ha visto portarsi al comando al waypoint del km 264 fino al traguardo. Grazie a questa affermazione, recupera in generale, dove occupa la settima posizione a 1 ora 2’ e 42’’ di ritardo dal leader Carlos Sainz (Mini).

Alonso a un passo dalla sua prima vittoria

Giornata difficile per il dramma della scomparsa di Goncalves ma, ad ogni modo, importantissima per Fernando Alonso (Toyota), riuscito a rimontare dalla sesta alla seconda posizione nonostante una foratura, chiudendo ad appena 4’04’’ da Serradori. Il suo feeling con la Hilux come quello con il suo navigatore, Marc Coma, aumenta tappa dopo tappa, portandolo ormai a un passo dalla sua prima vittoria alla Dakar. “A parte la foratura – ha detto il due volte iridato di Formula 1 e campione del mondo dell’Endurance auto – la giornata è stata quasi perfetta. Marc è stato incredibile, abbiamo navigato molto bene tra le dune. Senza i segni lasciati dalle moto, le macchine che erano davanti non sono riuscite a tenere il ritmo dei giorni precedenti, e questo si è rivelato un vantaggio per noi. La speciale è stata varia e divertente e, anche se non sono un esperto di questi terreni, devo dire che mi sento a mio agio tra le dune, che sono anche la superficie che preferisco, non so davvero perché. Riesco ad avere un buon ritmo e questo mi fa piacere”.

Tra l’altro, l’equipaggio n. 310 ha potuto sfruttare le difficoltà avute dallo saudita Yasir Seaidan. Il rivale era transitato in terza posizione al waypoint del km 424, l’ultimo controllo prima del traguardo, ma nel tratto finale è rimasto insabbiato con la sua Mini, perdendo circa 40 minuti per liberare la vettura. Ad approfittare della sua sventura anche Orlando Terranova (Mini), terzo al traguardo davanti alla Toyota di Giniel De Villiers. Quinto l’eroe locale Yazeed Al Rajhi (Toyota) seguito dal polacco Jakub Przygonski (Mini) e dall’olandese Bernhard Ten Brinke (Toyota).

Ottava tappa complicata, invece, per i piloti che occupano le parti alte della generale, a partire dal leader Carlos Sain (Mini) che ha chiuso con il 15° tempo a 19’15’’ da Serradori. Davanti a lui, guadagna circa 4 minuti nell’assoluta, il qatariota Nasser Al-Attiyah, 11° di tappa a 15’55’’ dal battistrada. Poco meglio è andata a Stephan Peterhansel a 13’11’’ da Serradori e sempre terzo in generale a 6’40’’ da Sainz. L’esordiente Fernando Alonso, invece, sale in 13° posizione con un ritardo di 3 ore 9’48’’, in gran parte è dovuto all’incidente della seconda tappa nel quale ha perso circa 2 ore e mezzo.

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