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Cosa ha detto Perez alla FIA dopo il GP Singapore: “Inaccettabile”. Eppure è stato graziato

Sergio Perez conserva la vittoria nel GP di Singapore dopo l’investigazione per il mancato rispetto della distanza dalla safety car in due momenti della gara: la sua spiegazione ha funzionato.
A cura di Paolo Fiorenza
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A Marina Bay si è dovuto attendere fino a quasi le 2 di notte per mettere la parola fine ad un GP di Singapore lungo, intenso, tribolato e controverso. La decisione definitiva sull'investigazione nei confronti di Sergio Perez per doppia violazione della distanza minima dalla safety car è arrivata dopo oltre due ore e mezza dalla conclusione della gara. Quasi un nulla di fatto, con la penalità da 5 secondi inflitta al pilota della Red bull che non ha prodotto scossoni sull'ordine di arrivo finale, che ha visto Leclerc e Sainz completare il podio alle spalle del messicano. Ma come si è arrivati ad un verdetto non esattamente scontato?

La direzione gara della FIA si è presa il suo tempo per elaborare un proprio punto di vista su quanto accaduto: se fosse successo nel giro di pochi minuti a gara in corso forse avremmo assistito ad un finale diverso, ma questa è un'altra storia. I commissari hanno voluto ragionare sul caso ascoltando il punto di vista dello stesso Perez e del suo team prima di emettere qualsiasi tipo di provvedimento. Da subito è parso abbastanza chiaro il doppio scenario possibile, in virtù della doppia istanza di investigazione: penalità da 5 o 10 secondi. Ovvero la differenza tra primo e secondo posto, considerato il distacco di 7,5 secondi con cui ha tagliato il traguardo Leclerc.

Perez alle spalle della safety car nel GP di Singapore
Perez alle spalle della safety car nel GP di Singapore

La stessa Ferrari aveva lasciato intuire da un team radio nei giri finali la sensazione che potesse trattarsi di una penalità da 5 secondi, chiedendo a Leclerc di restare entro quel margine da Perez. Binotto, nel post-gara, ha invece invocato una doppia penalità per un totale di 10 secondi, sanzione che avrebbe consentito a Leclerc di conquistare la vittoria a tavolino.

La spiegazione di Perez e del team Red Bull è dunque riuscita a convincere la direzione gara. Interpellato sulla doppia violazione dell'articolo 55.10 del regolamento sportivo FIA, secondo cui "il leader della corsa deve mantenersi entro 10 lunghezze di auto dalla safety car una volta in pista e fino allo spegnimento delle luci", Perez si è difeso evidenziando le condizioni proibitive della pista a propria discolpa.

Il comunicato della FIA dopo il GP di Singapore che salva Perez
Il comunicato della FIA dopo il GP di Singapore che salva Perez

"Interrogato durante l'audizione – si legge nel comunicato ufficiale della FIA –, Perez ha affermato che le condizioni erano molto umide e che era molto difficile seguire da vicino la safety car con gomme e freni freddi". Una giustificazione che la FIA ha ritenuto inaccettabile, secondo quanto spiegato dopo appena un rigo nel medesimo provvedimento: "Nonostante la pista fosse in parte bagnata, non accettiamo che le condizioni fossero tali da rendere impossibile o pericoloso per Perez mantenere il divario richiesto dalla safety car".

E allora come si arriva ad una penalità minima per Perez? In modo piuttosto curioso, e difficilmente comprensibile, la FIA fa retromarcia sulle sue stesse conclusioni e concede a Perez l'attenuante dell'asfalto scivoloso: "Abbiamo tenuto conto delle condizioni di bagnato e delle difficoltà evidenziate da Perez come circostanze attenuanti per questo incidente e, di conseguenza, abbiamo deciso di sanzionarlo con una reprimenda".

È grazie a questa interpretazione della FIA che Perez è sfuggito alla sanzione che avrebbe meritato a termini di regolamento: anziché punire entrambe le violazioni con 5 secondi di penalità, come richiesto dalla Ferrari, la FIA ha optato per una reprimenda e una penalità da 5 secondi. E così Perez è riuscito a festeggiare una vittoria – strameritata in pista – che lascia ancora strascichi e ombre sulla credibilità di ogni da parte della FIA.

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