Coronavirus, la MotoGP corregge il tiro: “Non è obbligatorio fare almeno 13 gare”
Niente MotoGP per almeno un altro mese e mezzo e forse più, a causa dell’emergenza Coronavirus (qui le ultime notizie e gli aggiornamenti in tempo reale) che ha già portato all’annullamento dei primi cinque Gran Premi in calendario (Qatar, Tailandia, Americhe, Argentina e Spagna) con l’ipotesi sempre più concreta che anche il GP di Francia (che al momento rappresenta il round di apertura della stagione) possa saltare, così come gli eventi successivi, il GP d’Italia al Mugello del 31 maggio e quello di Catalogna al Montmelò di Barcellona del 7 giugno, per i quali non può essere più esclusa l’ipotesi che vengano rinviati.
Stop per Cornavirus, la MotoGP corregge il tiro
Per adesso, la versione aggiornata del calendario della stagione 2020 della MotoGP è un elenco di gare assolutamente provvisorio e soggetto a tutte le modifiche che verranno decise in base all’evolversi di una situazione che sta emergendo con tutta la sua gravità. La MotoGP non esclude nessuna alternativa nell’ottica di salvare il campionato (neppure quella di correre due GP nello stesso weekend come avviene in Superbike) ma “finché non sarà chiaro quando si potrà correre la prima gara – dice il numero uno della Dorna, Carmelo Ezpeleta, in una chiacchierata ad As.com – non sarà possibile stabilire come verrà riorganizzato il campionato”.
Parole che, in linea generale, sembrano non discostarsi troppo dalle sue precedenti dichiarazioni (“L’importante sarà recuperare le gare che verranno rinviate e vedere come andranno le cose”). Tuttavia, rispetto all’iniziale volontà di “svolgere tutte le altre 19 gare in programma” ad eccezione del round del Qatar che è stato cancellato, il Ceo del Motomondiale corregge il tiro, rivelando che, se il campionato inizierà troppo tardi, verranno cancellate anche altre gare.
Ezpeleta: "Non è obbligatorio fare almeno 13 gare"
“Dipenderà molto da quando potremo iniziare” spiega il manager spagnolo, puntualizzando un aspetto cardine della questione, ovvero quello del numero minimo di gare che si dovranno disputare affinché il Mondiale sia considerato valido ai fini dell’assegnazione del titolo iridato. Era stato lo stesso Ezpeleta a precisare il numero esatto di eventi (“Per quello che dicono i contratti è di 13 gare” si era fatto sfuggire in Qatar, rivelando i termini dell’accordo commerciale con la Federazione Internazionale del Motociclismo (FIM) che regola il campionato). Un contratto che, alla luce delle nuove dichiarazioni, verrà modificato.
“Hanno detto – prosegue Ezpeleta, cercando di arginare la questione – che si dovranno fare un minimo di 13 gare per considerare il campionato valido, ma non è vero”. Un’affermazione che, di conseguenza, indica come la variazione sia già stata discussa con la FIM. “Faremo il possibile per organizzare la stagione nel miglior modo possibile, senza forzare troppo la parte finale del campionato che è già abbastanza stressante. Se qualcosa dovrà essere cambiato in un secondo momento, lo faremo ma, per adesso, la filosofia è tenersi pronti e che tutto il mondo lo sia. Quando avremo il via libera, cercheremo di andare avanti”.
Niente più gare… anche a Natale
Dietrofront anche sulla paventata ipotesi del “se necessario, correremo anche a Natale” venuta fuori sempre nella conferenza stampa di Losail. “Vedremo – riprende Ezpeleta – ma non possiamo prolungare la stagione fino all’inverno, mandando all’aria quella del 2021. Ma per adesso, ripeto, dipenderà molto da quando potremo iniziare. Possiamo anche fare una stagione più breve quest’anno in modo da fare tutti i GP dell’anno prossimo. Quando vedremo in che situazione ci troveremo, vedremo come potranno essere organizzati i seguenti campionati perché, dopo tutto questo, il mondo non sarà più lo stesso”.