Coronavirus, il GP di Austin rischia di saltare davvero: la decisione minaccia la MotoGP
Cattive notizie per il Motomondiale sul fronte dell’emergenza Coronavirus (qui tutte le informazioni e aggiornamenti sulla situazione in Italia e nel resto del mondo). Dopo la cancellazione del round del Qatar della classe MotoGP e il rinvio dal 22 marzo al 4 ottobre del Gran Premio di Tailandia, anche il GP delle Americhe, in programma sul circuito di Austin, in Texas, il 5 aprile, rischia di essere annullato. Lo svolgimento della gara a stelle e strisce è messo in forte dubbio dalle nuove disposizioni decise dal sindaco di Austin, Steve Adler, che ha annunciato ieri la cancellazione del South by Southwest (SWSW), uno dei festival di film e musica più importanti del panorama internazionale. Per l’evento, programmato dal 13 al 22 marzo, si tratta della prima cancellazione in 34 anni di storia. Una decisione arrivata dopo le crescenti preoccupazioni per la salute pubblica anche se, nello specifico, nella città texana non si sono registrati casi di Covid-19.
Coronavirus, Austin dichiara lo stato di calamità locale
Con un comunicato ufficiale, la città di Austin ha dichiarato lo “stato di calamità locale” e, di conseguenza, sono state predisposte le prime misure emergenziali che riguardano le manifestazioni per cui è prevista grande affluenza di pubblico. “Gli eventi con più di 2.500 persone – si legge nella nota ufficiale – sono vietati a meno che gli organizzatori non siano in grado di assicurare alle autorità sanitarie di Austin che siano attuati piani di riduzione del contagio. Ogni evento verrà valutato caso per caso”. “Abbiamo dichiarato lo stato di calamità locale e, di conseguenza, emesso un’ordinanza che annulla a tutti gli effetti il South by Southwest previsto quest’anno” ha sottolineato il sindaco di Austin.
La decisione minaccia la MotoGP
L’attenzione, adesso, si sposta proprio sul GP delle Americhe che, al momento, è stato identificato come il round inaugurale della stagione 2020 della MotoGP. Nel pomeriggio di giovedì scorso, la gara è stata confermata dal ceo di Dorna, Carmelo Ezpeleta, che ha però anche chiarito la possibilità di altri rinvii, essendo la situazione in continuo divenire. Visto l’evolversi degli eventi – ad oggi sono 159 i casi confermati negli Usa, concentrati principalmente in California e negli Stati di Washington e New York – non è dunque escluso che Dorna decida si modificare ulteriormente il calendario già aggiornato.
La partenza della MotoGP rischia di slittare al 19 aprile, data in cui è programmato il GP di Argentina al Termas de Rio Hondo, ma dovrebbero essere rivalutati gli spostamenti di piloti e squadre oltre che l’intera logistica, dal momento che fino ad oggi era previsto il trasferimento dei materiali dagli Stati Uniti al Sud America. Un’alternativa sarebbe quella far partire il campionato in Europa, anticipando il GP di Spagna a Jerez de la Frontera previsto per il 3 maggio. Per ora è però praticamente impossibile fare previsioni a lungo termine.