Coronavirus, i piloti MotoGP in quarantena se sbarcano in Qatar con la febbre
La MotoGP si prepara ad affrontare la gara inaugurale della stagione 2020 nel pieno dell’emergenza Coronavirus. La Covid-19, questo il nome della malattia che dalla Cina si sta allargando a macchia d’olio (qui le ultime notizie sulla situazione in Italia e negli altri Paesi) ha già costretto gli organizzatori del campionato di Formula 1 a rinviare il GP di Cina e, annuncio di oggi, i promotori del Salone dell’auto di Ginevra ad annullare l’esposizione 2020 che quest’anno era prevista dal 5 al 15 marzo nella Capitale elvetica. In Italia è salito a 650 il numero delle persone contagiate e, nella sola giornata di ieri, a Lodi, una delle città della “zona rossa”, si sono registrati altri 51 nuovi casi. Una situazione che preoccupa a livello globale, in particolare i Paesi dove per il momento non ci sono allarmi come il Qatar, dove la prossima settimana (6-8 marzo) si terrà il round inaugurale della stagione 2020 della MotoGP.
Piloti in quarantena se sbarcano in Qatar con la febbre
Dorna segue da vicino l’evolversi degli eventi che si stanno verificando a livello globale e ha preso accordi con le autorità locali per ridurre al minimo i disagi di piloti e addetti ai lavori che sbarcheranno a Doha per raggiungere il circuito di Losail. Il Governo qatariota ha indicato come voli a rischio quelli provenienti dalla Cina, Corea del Sud e Iran, i cui passeggeri saranno messi direttamente in quarantena per un minimo di 14 giorni e comunque fino a quando non saranno disponibili i risultati dei controlli medici effettuati. Inoltre, ha indicato come aree a rischio potenziale anche Italia, Malesia, Tailandia, Taiwan, Hong Kong, Singapore, Macao e Giappone: ciò significa che tutti i passeggeri che arrivano da questi Paesi dovranno sottoporsi a un controllo della temperatura corporea e, in caso di febbre, verranno messi in quarantena per due o più settimane. Un elenco di nazioni che nelle prossime ore potrebbe venire ampliato anche ai passeggeri di voli provenienti da altri Stati europei, come Spagna, Francia o Germania, dove si stanno registrando nuovi possibili focolai.
I piloti e gli addetti ai lavori della MotoGP (quelli di Moto2 e Moto3 sono già in Qatar per i test) dovranno quindi arrivare a Doha senza febbre, altrimenti verranno messi in quarantena per 14-28 giorni e comunque fino a quando i risultati dei controlli medici non saranno disponibili e terminato il periodo di incubazione. Il campionato è perfettamente a conoscenza di queste direttive e, in tal senso, il ceo di Dorna, Carmelo Ezpeleta, ha chiarito che per il momento il GP del Qatar si disputerà come da programma a meno che le autorità locali non indichino diversamente. “Adempiremo alle disposizioni dei Paesi di provenienza e destinazione – le sue parole ad As – . Adesso andremo in Qatar, dove stiamo in contatto con le autorità locali. Secondo le ultime informazioni fornite dal Ministero della Salute del Qatar, al momento non ci sono particolari preoccupazioni. Se in seguito cambierà qualcosa, seguiremo le nuove indicazioni”.
Dorna ha inoltre invitato tutte le squadre a fornire una serie di informazioni (dati personali, numero passaporto, numero del volo e data di arrivo) relative ai piloti e a tecnici e ingegneri che arriveranno a Doha con voli diretti dall’Italia o dal Giappone: nel caso, durante i controlli in aeroporto, venga riscontrata una temperatura corporea fuori dal normale intervallo, i possibili contagiati verranno trasportati in ospedale dove dovranno rimanere al massimo dalle 12 alle 48 ore se il risultato del controllo al Coronavirus risulterà negativo.