Come ha fatto la Ferrari a convincere Hamilton: gli hanno spiegato cosa succederà nel 2026
C'è una costante nelle scelte fatte in carriera da Lewis Hamilton, ha sempre deciso la Scuderia per la quale correre e la monoposto dentro la quale accomodarsi in base a un criterio preciso: sviluppo della vettura e possibilità di essere competitivo e lottare per il titolo. In Ferrari, al di là del fascino che esercito il marchio della Rossa, è convinto che a partire dal 2025 possa lottare per conquistare l'ottavo titolo iridato che lo renderebbe leggendario portandolo un gradino sopra Michael Schumacher. Nel 2012 il ragionamento e il ‘fiuto' dell'uomo, che non sa solo guidare bene le vetture e sfruttarne al massimo il potenziale ma è molto attento soprattutto all'evoluzione tecnologica dei propulsori, lo portarono lontano dalla McLaren accettando il trasferimento in Mercedes.
Un anno dopo era al volante della ‘freccia d'argento' perché sapeva che la casa tedesca era un passo avanti (e anche qualcosa in più) rispetto agli altri team nello sviluppo della tecnologia ibrida con motore a combustione interna ed elettrico. Sull'onda del cambiamento storico introdotto nel 2014 la Mercedes è riuscita a imporre il proprio dominio per un lungo periodo vincendo ben 8 titoli costruttori fino al 2021, salvo cedere il passo alla Red Bull nelle ultime due edizioni (2022, 2023). In buona sostanza, il pilota inglese aveva intuito che quella sarebbe stata la migliore auto con la quale cimentarsi nel Circus e s'è preso tutto quel che poteva.
Almeno fino a quando la macchina gliel'ha permesso… tant'è che, dopo due stagioni in cui non è riuscito nemmeno a vincere una gara (l'unico successo per i tedeschi è stato di Russell in Brasile nel 2022), la consapevolezza di condurre una vettura incapace di duellare per la corona iridata, passando dai record infranti (e ancora da battere) a 15 onorevoli podi in un biennio, ha alimentato malcontento e l'idea che i tempi erano maturi per guardarsi intorno e andare altrove. E quella sorta di clausola unilaterale che volle nel suo contratto rinnovato nel 2023 gli ha permesso di innescare l'exit-strategy che s'era riservato qualora fosse riuscito a trovare un'alternativa.
Perché? Ha capito che la Mercedes entro il 2024 non sarebbe stata competitiva abbastanza da soddisfare le sue ambizioni e un campione come Hamilton, che sa quanto sia importante durante la fase di costruzione e sviluppo di una monoposto il valore delle simulazioni e le proiezioni dei dati verso il futuro prossimo, non poteva accettare ancora questa situazione.
Vuole vincere e sa che con le le ‘frecce d'argento' sarebbe condannato al purgatorio. Vuole vincere e crede che la Ferrari potrebbe garantirgli una vettura migliore per i prossimi anni. Il motivo? L'impulso notevole che a Maranello è stato dato alla ricerca, alla progettazione e alla realizzazione dei motori elettrici, la direzione presa verso la tecnologia ibrida e le novità regolamentari a partire dal 2026 lo hanno persuaso a fare i bagagli per abbracciare l'avventura col Cavallino.
Hamilton ha la sensazione che la Rossa abbia intercettato meglio il cambiamento in atto e puntato tutto sul nuovo propulsore che funzionerà con carburante sostenibile al 100% considerato che il rapporto tra motore elettrico e quello a combustione sarà paritario (avranno il 50% della potenza). E così dopo aver ricevuto una prima chiamata nella scorsa primavera da parte del presidente della Ferrari, John Elkann, la vocina che era nella sua testa e gli suggeriva che il suo tempo in Mercedes – con la quale ha conquistato 6 sei 7 Mondiali vinti – era finito è divenuta convincimento vero e proprio tra l'estate e l'autunno.
Lewis ha rotto gli indugi e detto sì alla Ferrari, sa che ha tutto da guadagnare da questa scelta presa a 40 anni sia in termini sportivi sia di brand. Se vince aggiunge un'altra tacca alla bacheca dei titoli (8, da record), diventa anche il primo a conquistare un Mondiale con 3 scuderie diverse dopo Fangio, riporta il trionfo a Maranello dopo quasi 20 anni (l'ultimo fu nel 2007 con Raikkonen).