Clamoroso errore della Ferrari nel ricorso sulla penalità per Sainz: ha confermato le sue colpe
Dopo il danno arriva anche la beffa per la Ferrari. La FIA ha infatti respinto la richiesta di diritto di revisione della penalità inflitta a Carlos Sainz nell'ultimo Gran Premio d'Australia e nelle motivazioni addotte dai Commissari è poi arrivata l'ulteriore doccia gelata. Il panel degli steward F1 difatti ha fatto notare un clamoroso autogol commesso dalla scuderia di Maranello nel momento in cui ha fornito i nuovi elementi per far riaprire l'investigazione dello scontro dello spagnolo con il connazionale Fernando Alonso e far dunque cambiare la sanzione costata ben 12 punti iridati al madrileno e al team del Cavallino.
La Ferrari nel presentare il suo ricorso ha puntato tutto su tre nuovi elementi: la telemetria della SF-23 numero #55 al momento della seconda ripartenza dopo la seconda bandiera rossa sventolata durante la corsa di Melbourne, la testimonianza del driver penalizzato e le dichiarazioni rilasciate in merito all'episodio dagli altri piloti (comprese quelle in cui l'altra persona coinvolta nell'incidente, cioè Fernando Alonso, aveva etichettato come "troppo severa" la penalità inflitta all'alfiere della squadra di Maranello).
Nel motivare il rigetto del ricorso, i Commissari FIA hanno ribattuto su ogni singola nuova prova portata dalla Ferrari. La testimonianza di Carlos Sainz per esempio non è stata ritenuta rilevante per riaprire il caso perché le motivazioni addotte dal pilota (scarso grip e sole in faccia, condizioni valide anche per tutti gli altri piloti in pista) non sono sufficienti a giustificare la collisione, mentre le dichiarazioni a riguardo degli altri piloti (comprese quelle di Alonso) non sono state prese in considerazione perché non offrono contenuti sostanziali sulla dinamica dell'incidente tali da discolpare Sainz.
È però la risposta data riguardo alla telemetria della Ferrari dello spagnolo al momento della seconda ripartenza a tramutare in una clamorosa beffa il ricorso fatto dalla scuderia di Maranello e respinto. Secondo i Commissari infatti presentando i dati della telemetria della SF-23 numero #55 la Ferrari non solo non avrebbe portato un elemento nuovo e significativo per far cambiare idea sulla penalità ma avrebbe commesso addirittura un clamoroso autogol fornendo un'ulteriore prova della colpevolezza di Carlos Sainz nell'incidente con Alonso.
"La telemetria portata dalla Ferrari è, ad essere gentili, ambigua, e dal nostro punto di vista non discolpa Sainz, anzi, corrobora la nostra decisione che è stato l’unico responsabile della collisione – si legge infatti nelle motivazioni date dai Commissari FIA riguardo alla bocciatura della richiesta di revisione della penalità presentata dal team italiano –. Evidenzierebbe che ha frenato tardi e non è riuscito a fermare la macchina a causa delle gomme fredde. Ed evidenzierebbe inoltre che l'andatura lenta nel giro di formazione non ha contribuito ad un ideale riscaldamento delle gomme. Si tratta di due argomentazioni deboli.
In primo luogo – spiegano poi gli Steward F1 del GP d'Australia –, anche partendo dal presupposto che possa essere vero, l'aver frenato tardi e la dimostrazione telemetrica non rappresentano un nuovo elemento tale da soddisfare le condizioni affinché il diritto di revisione possa essere preso in considerazione. In secondo luogo, le condizioni della pista e delle gomme sono elementi che tutti i piloti devono tenere in considerazione ed adattarvisi. Frenando in ritardo nel tentativo di resistere a Gasly, Sainz ha accettato il rischio di perdere il controllo della vettura. Nel caso in questione il rischio si è materializzato con una conseguente collisione che ha fatto scattare la penalità" chiosano dunque i Commissari FIA spiegando perché la prova portata dalla Ferrari a suffragio dell'innocenza di Carlos Sainz nell'incidente con Alonso a Melbourne confermi invece le colpe del pilota nella collisione con l'Aston Martin che gli sono costate la penalità per la quale si era richiesto il diritto di revisione.