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Clamorosa rottura tra Porsche e Red Bull, salta l’accordo per la F1 2026: “C’era una premessa”

Il matrimonio tra Red Bull e Porsche non si farà: saltata improvvisamente la trattativa per la partnership a partire dal Mondiale di Formula 1 2026. Il disaccordo su un punto ritenuto imprescindibile ha fatto saltare tutto.
A cura di Michele Mazzeo
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Quello che sembrava un matrimonio ormai definito è saltato poco prima che si arrivasse all'altare. Dopo l'ufficializzazione dell'accordo tra Audi e Sauber, ci si attendeva quello tra Porsche e Red Bull dato che i colloqui erano davvero ben avviati (con i primi passaggi burocratici già completati). Alla vigilia del GP d'Italia 2022 arriva però il clamoroso annuncio: Porsche ha infatti comunicato che le trattative per entrare in Formula 1 in partnership con Red Bull a partire dal 2026 (quando comincerà la nuova era del Circus con nuovi propulsori) sono definitivamente saltate.

La breve nota diramata dalla storica casa automobilistica tedesca non lascia spazio ad interpretazioni: "Nel corso degli ultimi mesi Porsche e Red Bull hanno discusso sulla possibilità dell'ingresso di Porsche in Formula 1. Le due società sono ora congiuntamente giunte alla conclusione che questi colloqui non continueranno più" sono difatti le parole utilizzate dal marchio teutonico per annunciare la rottura con la scuderia austriaca che è vicina a conquistare il suo quinto Mondiale Costruttori e, con Max Verstappen, il suo sesto titolo iridato piloti.

Quello che sembrava ormai un patto in via di definizione (con l'annuncio che sarebbe dovuto avvenire nel weekend del GP d'Austria dello scorso 10 luglio) è invece naufragato a causa di un punto su cui è stato impossibile trovare un accordo, punto che Porsche reputava imprescindibile per il suo ingresso in Formula 1.

La casa tedesca infatti voleva che la partnership con Red Bull fosse paritaria, mentre il colosso austriaco non aveva alcuna intenzione di cedere il 50% del suo team. Già le parole rilasciate a riguardo dal team principal Christian Horner solo una settimana fa avevano lasciato intuire che il punto dello scontro fosse proprio questo:

"Red Bull è sempre stata una squadra indipendente ed è uno dei nostri punti di forza.  Ha rappresentato l'ossatura di ciò che abbiamo ottenuto e la capacità di muoverci rapidamente fa parte del nostro DNA. Non siamo un'organizzazione gestita nelle modalità di una società, questo è uno dei nostri punti di forza e del modo in cui gestiamo la squadra corse: rappresenta un prerequisito assoluto per il futuro" aveva infatti detto il manager britannico durante il weekend del GP d'Olanda a Zandvoort commentando lo stand-by della trattativa con Porsche.

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Il comunicato emesso dalla casa tedesca conferma che il motivo della rottura con Red Bull è dovuto proprio al mancato accordo sul fatto che la partnership al 50% non riguardasse solo la fornitura dei motori ma anche l'intera gestione della scuderia: "La premessa è sempre stata che una partnership sarebbe stata basata su un piano di parità, che avrebbe incluso non solo una partnership sui motori, ma anche sul team. Non è stato possibile ottenerla" prosegue difatti la nota diramata da Porsche che spiega i motivi della rottura.

La trattativa naufragata con Red Bull non esclude però l'ingresso in Formula 1 del marchio teutonico a partire dal Mondiale 2026: "Con le modifiche finali fatte alle regole – chiosa infatti la nota –, la Formula 1 rimane comunque un ambiente attraente per Porsche, che continuerà quindi ad essere monitorata". Non è dunque dato sapere al momento se e, in partnership con chi, Porsche sarà sulla griglia di partenza della F1 nella nuova era dei motori, ciò che è certo però è che non lo farà con Red Bull.

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