Chi sono e cosa vogliono i folli invasori che hanno occupato la pista nel GP di Silverstone
Chi sono quelle persone che hanno invaso la pista di Silverstone? Perché lo hanno fatto? Cosa c'è dietro quell'azione dimostrativa che la polizia inglese aveva segnalato quale possibile minaccia qualche giorno prima del Gran Premio? Com'è possibile che, nonostante il piano svelato dalle forze dell'ordine, non sia stato possibile fermarli preventivamente?
Le immagini dell'irruzione dei manifestanti sul circuito hanno alimentato tensione e apprensione. L'avvio della gara funestata dal gravissimo incidente (con l'Alfa Romeo di Zhou Guanyu ribaltatasi e poi fermatasi di schianto contro le barriere sotto una tribuna) è stato caratterizzato anche dal blitz dei riottosi.
Avevano un obiettivo: fermare la corsa, impedirne lo svolgimento agendo come kamikaze, lanciandosi sull'asfalto come schegge impazzite eludendo i controlli di sicurezza. Ci sono riusciti in parte, sia per la carambola avvenuta al momento della partenza (che ha di fatto costretto tutti i piloti a rientrare ai box) sia per l'intervento dei commissari che sono riusciti a bloccarli.
Confermiamo che dopo la bandiera rossa diverse persone hanno tentato di entrare in pista – è la nota della FIA -. Queste persone sono state immediatamente allontanate e quanto accaduto adesso è al vaglio delle autorità locali.
Una breve clip dall'abitacolo della vettura di Esteban Ocon, oltre all'immagine di Leclerc che nota movimenti sospetti dalla sua Ferrari, mostra i manifestanti braccati e placcati, immobilizzati sull'asfalto prima di essere trasportati via e assicurati alla polizia.
A rivendicare l'azione è stata l'organizzazione ambientalista Just Stop Oil che nel recente passato s'è resa protagonista di altri episodi del genere, in partite di calcio oppure durante il Roland Garros. È una coalizione di gruppi che lavorano insieme per far sì che i governi si impegnino a fermare le nuove licenze e la produzione di combustibili fossili.
"Se sei più indignato per questa interruzione rispetto al nostro mondo che viene bruciato davanti ai nostri occhi, allora devi chiarire le tue priorità", si legge nel tweet che prende la paternità dell'iniziativa.
"Chiediamo al governo di sospendere immediatamente i nuovi progetti di petrolio e gas nel Regno Unito e continueremo a interrompere sport, eventi culturali e petrolio fino a quando questa domanda non sarà soddisfatta. Quanti altri giovani devono farsi avanti prima che il governo ascolti?", si legge ancora in un altro messaggio a corredo del thread.
In un altro post viene menzionata proprio la minaccia, l'atto di sfida contro le autorità. "Lo abbiamo fatto comunque. Questa azione è stata trattata dalla stampa nazionale due giorni fa, ma una manciata di persone comuni determinate a dire la verità hanno superato in astuzia @GOVUK e @NorthantsPolice. La smetteremo solo quando tutti i progetti si fermeranno".