C’è un solo pilota che Verstappen non è riuscito a superare in Brasile: “Lì mi sono bloccato”
Max Verstappen ad Interlagos ha compiuto un'impresa che rimarrà nella storia della Formula 1. La sua vittoria nella gara del GP del Brasile dopo esser partito dalla diciassettesima casella della griglia di partenza (anche se in realtà con Sainz che partiva dalla pit-lane e Stroll finito in ghiaia nel giro di formazione di piloti davanti ne aveva "solo" 14) sotto la pioggia battente lo ha fatto entrare nell'epica delle corse automobilistiche e il fatto che con questo impronosticabile successo abbia anche ipotecato il suo quarto titolo iridato consecutivo dona al tutto un'aura leggendaria. L'olandese della Red Bull già dal via ha cominciato la sua impetuosa rimonta superando con estrema facilità qualsiasi avversario trovasse sulla sua strada. Tutti, tranne uno. Quello che sembrava aver frenato irrimediabilmente la sua scalata verso le posizioni di testa della corsa, prima che la fortuna gli desse una mano con la bandiera rossa che gli ha permesso di cambiare le gomme intermedie senza effettuare il pit-stop (da qui nasce lo sfogo post-gara di Lando Norris) e ripartire dunque in seconda posizione a sandwich tra le due Alpine di Ocon e Gasly che, come lui, non si erano ancora fermati ai box.
Dopo essersi sbarazzato senza problemi della McLaren di Oscar Piastri e della Racing Bulls di Liam Lawson (che non gli ha reso difficile la vita come invece ha fatto in più occasioni dal suo ritorno in F1 con l'altro alfiere della Red Bull Sergio Perez) nel corso del 22 giro Max Verstappen era già risalito fino alla sesta posizione recuperando tutto il divario rispetto alla Ferrari di Charles Leclerc. Ripreso il monegasco, il tre volte campione del mondo era convinto di potersi liberare agevolmente del ferrarista che da inizio corsa era rimasto bloccato alle spalle di Tsunoda e Ocon senza riuscire a superarli e qualche istante prima aveva commesso un errore andando lungo in curva 12. Ma, nel momento in cui ha provato a superare il pilota con cui si sfida in pista fin dai tempi dei kart si è trovato spiazzato e alla fine, dopo aver commesso a sua volta un errore, si è dovuto accodare e desistere.
Charles Leclerc infatti lo conosce benissimo ed è anche l'unico pilota che sa come fermare l'aggressivo Verstappen. Quando quest'ultimo sul rettilineo dei box si è spostato verso destra simulando un tentativo di sorpasso all'esterno, conoscendo bene il suo avversario, il monegasco ha stretto la sua traiettoria chiudendo l'interno con l'olandese che a quel punto non ha potuto fare altro che provare a sorprenderlo girando a largo venendo però costretto sul cordolo dal 27enne di Monte-Carlo e dunque ad alzare il piede dall'acceleratore. La stessa scena si è verificata poi due curve più tardi, quando il pilota della Red Bull ha provato nuovamente a trarre in inganno il ferrarista che però ha chiuso ancora la traiettoria interna facendo abortire sul nascere il secondo tentativo di sorpasso. A quel punto Verstappen, prima di alzare bandiera bianca, ha provato il sorpasso in un punto in cui è praticamente impossibile sopravanzare una vettura (alla curva 6 che si fa a media/alta velocità) ma anche in quel caso si è trovato la strada sbarrata dall'alfiere della Ferrari che, in questa occasione, gli ha concesso l'interno per tenere la traiettoria ideale per poi percorrere a tutta velocità la curva al contrario del leader del Mondiale costretto a frenare per sterzare.
A quel punto, anche un osso duro come Verstappen, si è reso conto di essersi trovato davanti l'unico pilota che in quella gara non sarebbe mai riuscito a superare (a rivelarlo è stato lui stesso nel retropodio al termine della gara quando commentando gli higlights della corsa di Interlagos con Gasly ha sentenziato: "Lì mi sono bloccato perché Charles è stato in realtà piuttosto bravo"), e si è accodato fino a quando poi il valzer dei pit-stop gli ha permesso di salire fino alla seconda posizione prima che la bandiera rossa per l'incidente di Colapinto in regime di Safety Car gli offrisse la ghiotta chance di effettuare il cambio gomme senza perdere la posizione e ripartire quindi alle spalle del solo Ocon (di cui si è sbarazzato alla prima curva) e gettare le solide basi per la sua epica impresa.