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Causa miliardaria alla Formula 1 per il tombino di Las Vegas: chiesti 30mila euro per ogni tifoso

Uno studio legale di Las Vegas ha quantificato il “giusto importo” da corrispondere agli oltre 35 mila spettatori che non hanno potuto godere dello spettacolo dopo l’incidente capitato a Sainz della Ferrari. Class action per “inadempienza contrattuale, negligenza e pratiche commerciali ingannevoli”.
A cura di Maurizio De Santis
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Una maxi causa da 1 miliardo di dollari (più o meno è la stessa cifra nel raffronto in euro). È la cifra complessiva che uno studio legale di Las Vegas ha deciso di intentare verso la F1 quale forma di indennizzo (30 mila dollari a testa, 30 mila e rotti in euro) da corrispondere agli oltre 35 mila spettatori che, a causa dell'incidente capitato alla Ferrari di Carlos Sainz (finita su un tombino sporgente), videro chiudere anzitempo la prima sessione delle libere. Allo sventolio di bandiere rosse, poco dopo fece seguito la decisione da parte dei commissari di gara di stoppare lì la FP1 così da permettere la sistemazione del tracciato, in particolare del cordolo di cemento a corredo del chiusino, e la verifica ulteriore lungo il tragitto della pista.

Lo studio Dimopoulos, in collaborazione con JK Legal & Consulting, s'è fatto promotore di una class action per tutelare i diritti delle persone che avevano pagato, sostenuto il costo (anche oneroso) per viaggio e soggiorno, acquistato il biglietto per godersi uno spettacolo negato per "inadempienza contrattuale, negligenza e pratiche commerciali ingannevoli" della Las Vegas GP e della TAB Contractors (società incaricata della manutenzione della pista).

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In buona sostanza, c'è abbastanza materiale per avere ragione in tribunale e garantire agli appassionati/tifosi il giusto risarcimento per il danno subito: ovvero, aver sborsato "piccole fortune per partecipare all'evento ma sono stati privati dell'esperienza". Nel novero delle motivazioni sono citati anche "danni per angoscia mentale" e un risarcimento che "sia giusto e ragionevole" facendo notare anche che il prezzo del biglietto non è stato rimborsato anche se era garantito in caso di annullamento di qualche sessione.

Quali sono gli importi finiti sotto la lente degli avvocati? Secondo un'analisi fatta dai legali molti spettatori hanno sborsato tra i 600 e i 1.000 euro per assistere a una decina di minuti di prove, con sei/sette monoposto impegnate sul tracciato prima che la Rossa di Sainz facesse scintille e riportasse gravi danni.

La questione, però, è di più ampio respiro e fa riferimento anche a un altro aspetto: la scelta ritardare di un paio d'ore il secondo turno a causa dei lavori di manutenzione ha di fatto reso impossibile agli spettatori assistere alle seconde libere per motivi logistici. E ‘l'attenzione' da parte degli organizzatori di concedere una sorta di buono compensativo del valore di 200 euro non è bastata per placare il malumore. Adesso ci penserà un giudice.

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