Caso Schwazer, lo sfogo di Iannone: “La mafia è più potente dello sport”
L'incubo è finito per Alex Schwazer. "Archiviazione per non aver commesso il fatto", così il Tribunale di Bolzano ha posto la parola fine al processo di primo grado per doping nei confronti del marciatore italiano. È stato accertato "con altro grado di credibilità" che i famigerati campioni della sua urina nel 2016 furono alterati per far risultare l'atleta positivo. Sul caso si è espresso Andrea Iannone che è stato squalificato per 4 anni, dopo la positività al Drostanolone. Il classe 1989 che si è sempre detto innocente ha puntato il dito contro il sistema.
Prima ha condiviso una serie di articoli relativi all'assoluzione di Alex Schwazer e poi si è sfogato con un video nelle stories del suo profilo Instagram. Andrea Iannone ha dimostrato di non aver ancora metabolizzato la squalifica per doping rimediata nei mesi scorsi. Il pilota è stato fermato per 4 anni dopo che il TAS ha bocciato il ricorso sull'iniziale stop di 17 mesi per la positività al Drostanolone il 17 dicembre 2019 in un test successivo al GP di Malesia. Iannone che aveva già criticato le disposizioni della Wada sui provvedimenti più "leggeri" sugli sportivi positivi a sostanze stupefacenti in controlli effettuati lontano dagli eventi, non ha usato giri di parole.
Andrea Iannone in particolare ha fatto riferimento alla "mafia" che gira intorno allo sport, per un sistema malato: "Voglio solo dire una cosa a riguardo di queste situazioni che accadono oramai da tempo. Devo dire che questo sistema va fermato per gli atleti che da una vita si sacrificano e fanno sforzi psico-fisici senza essere dopati. Perché sì sicuramente ci sono atleti che si dopano e atleti che non si sono mai dopati. È giusto che i primi vengono puniti, ma gli altri non giusto che paghino per niente, perché la mafia è più grande dello sport oggi come oggi. Quindi questo sistema va fermato perché fa veramente schifo".