Caso Floyd, lo sfogo di Hamilton: “Dalla F1 nessun segnale, mondo dominato dai bianchi”
"Dalla F1 nessun segnale, mondo dominato dai bianchi". Lewis Hamilton esprime così il proprio disappunto per il silenzio della Formula Uno sulla vicenda di George Floyd, l'uomo morto a Minneapolis e ucciso da un agente. Le immagini del video che ha fatto il giro del Web sono state durissime e scioccanti: la vittima è a terra, immobilizzata, con la faccia rivolta sull'asfalto mentre il poliziotto gli schiaccia la testa con il ginocchio. "Non riesco a respirare, non riesco a respirare", dirà con un filo di voce. E quelle parole diverranno il simbolo della protesta che ha scosso le coscienze di molti sportivi, dalla NBA al mondo del calcio. Saranno valvola di sfogo della rabbia violenta di alcune frange della popolazione, come si evince dalle notizie sugli scontri in alcune città degli Stati Uniti
Nel mondo dei motori invece non c'è stato alcun "rombo" al riguardo. E al pilota inglese, campione del mondo, proprio non va a genio l'idea che si possa tacere dinanzi a quelle foto, a quella forma di sopruso e di ingiustizia. "Questo è il mondo in cui viviamo, chi pagherà per quanto accaduto?", disse poco dopo aver appreso la notizia e, più ancora, sconvolto da quel filmato. Questa volta rincara la dose e, anche se non fa apertamente il nome di Floyd né fa riferimento specifico a delle persone, il senso del suo messaggio è chiaro: il potere esercitato dai "bianchi" in F1 è tale che di un episodio del genere non si deve parlare.
"Vedo quelli di voi che stanno zitti. Alcuni sono anche molto famosi ma preferiscono tacere dinanzi a questa ingiustizia", aggiunge Hamilton che si sente terribilmente "solo" a causa del disinteresse che avverte per una questione così grave e una vicenda umana così drammatica. Il silenzio del suo mondo lo spaventa, lo indigna ("so chi sei e ti vedo"), lo opprime, gli lascia l'amaro in bocca. "Mai avrei pensato di assistere a una cosa del genere".