Briatore vuole ricordare Schumacher così com’era: “Pensando a come è adesso ci vorrebbe un miracolo”
A 71 anni Flavio Briatore è appena tornato nel mondo della Formula 1 e lo ha fatto dalla porta principale, annunciato in pompa magna nel suo nuovo ruolo dal Circus tramite i suoi canali ufficiali. L'imprenditore piemontese stavolta non sarà al muretto di qualche scuderia, come fatto per tutta la sua carriera – prima alla Benetton e poi alla Renault, prima che la brutta vicenda della radiazione poi revocata lo estromettesse nel 2009 – ma ricoprirà la veste di ambasciatore della F1, "supportando il Circus nelle relazioni con alcuni promotori, partner esistenti e potenziali, sviluppando anche eventuali collaborazioni commerciali e di intrattenimento".
Una riabilitazione in grande stile quella operata dal CEO Domenicali e che Briatore definisce ulteriormente in questi termini: "Cosa farò esattamente? La collaborazione è nata parlando con Stefano Domenicali, per dare una mano. Per sostenere gli organizzatori dei GP, per supportare gli attuali partner commerciali e trovarne di nuovi. Inoltre, faremo un restyling del paddock club e dell'intrattenimento. Sarà diverso nel cibo e nello svago, dobbiamo creare la voglia di tornare a un GP. Sarà un vantaggio anche per le squadre. Deve essere un'esperienza unica, la F1 negli ultimi due anni è esplosa grazie a Netflix e alla proprietà americana. Il mercato Usa è una colonna portante ora".
Competitivo come pochi, nell'intervista al Corriere della Sera Briatore riavvolge il nastro dei ricordi: "Alla Benetton vincevamo e davamo fastidio: un'azienda di magliette batte i team storici. Abbiamo cambiato gli equilibri e anche la comunicazione portando in pista la moda, le modelle e i grandi stilisti. Alla Renault abbiamo girato lo stesso film con attori differenti. Al posto di Schumacher c'era Alonso, che a 40 anni è un lottatore. Gli voglio bene". Ma quando si parla di volere bene, nessuno può avere un posto nel cuore di Briatore più di Michael Schumacher: ad inizio anni '90 le fortune dell'uno sono diventate quelle dell'altro e viceversa, lanciando le rispettive carriere verso le vette più alte della F1.
Il fuoriclasse tedesco vinse i suoi primi due titoli mondiali tre anni dopo essere approdato 22enne in Benetton, poi dopo essersi separato da Briatore avrebbe scritto la storia della Ferrari e della Formula 1 vincendo altri 5 campionati consecutivi al volante della Rossa dal 2000 in poi. Dal canto suo il dirigente cuneese avrebbe poi festeggiato altri due mondiali con Alonso in Renault, ponendo fine proprio lui al dominio del pilota tedesco nel 2005. Insomma Michael è una parte importante di Flavio e le parole del nuovo F1 Ambassador toccano il cuore, facendo intuire quasi siano le condizioni attuali di Schumacher dopo quel maledetto incidente sugli sci a Meribel del dicembre 2013.
Il tedesco da allora è sparito dalla circolazione, avvolto dall'amore incondizionato di sua moglie Corinna e dei due figli Mick e Gina Maria, impegnato in una battaglia per cercare di recuperare almeno in parte quello che la caduta gli ha tolto. Un percorso riabilitativo che in questi anni non sembra aver dato risultati tangibili, come hanno fatto capire lo stesso figlio Mick, spiegando che il padre non può parlare, ed anche l'amico fraterno Jean Todt – uno dei pochi ammessi al suo cospetto – quando gli è stato chiesto se Michael lo riconosce.
Il 53enne pluricampione del mondo oggi è lontano, in una dimensione insondabile, ed anche Briatore lascia intendere che il vecchio Michael non c'è più e probabilmente non tornerà mai più: "A volte ritrovo vecchie foto di noi due, me lo voglio ricordare così com'era. Quando devi parlare di lui, pensando a come è adesso, è molto dura per tutti quelli che come me lo hanno frequentato. Bisogna soltanto pregare, solo un miracolo potrebbe farlo tornare la persona di prima". Parole che sono un pugno al cuore per i tanti tifosi di Schumacher: nessuno potrà mai dimenticare l'eroe dell'epoca d'oro della Ferrari.