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Bagnaia vince il GP di Germania, la caduta di Martin gli spiana la strada: torna leader del Mondiale

Lo scivolone di Jorge Martin consegna a Bagnaia la vittoria nel Gran Premio tedesco e la testa del Mondiale. Finale al cardiopalmo anche per la bella rimonta di Marc Marquez: rischia di cadere, si piazza secondo con una grande rimonta.
A cura di Maurizio De Santis
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Il colpo di scena capita è nel finale: la caduta di Jorge Martin spiana la strada per la vittoria a Bagnaia al Gran Premio di Germania. Pecco ritorna così leader del mondiale di MotoGp con la sua Ducati. Il campione italiano  capitalizza al massimo una gara intensa, combattuta, nella quale dopo un partenza a razzo ha perso qualcosa nella fase centrale, salvo riprendersi alla grande e restare incollato allo spagnolo. Fin ad approfittare di quello scivolone incredibile, inatteso, oltre ogni pronostico avvenuto quando tutto ormai sembrava scritto. Per la Scuderia di Borgo Panigale si tratta di un successo a pieno, considerata la top 5 che vede lassù tutti i piloti in sella alla moto di Casa.

La top 5 dell classifica mondiale: dopo il Gp in Germania: Bagnaia 222, Martin 212, Marc Marquez 166, Bastianini 155, Vinale 125.

Sul podio salgono anche Marc Marquez 2° (Ducati Gresini), protagonista di un finale straordinario in cui ha rischiato di saggiare l'asfalto ma è stato caparbio abbastanza da prendersi il terzo posto davanti ad Alex Marquez (Ducati Gresini), Bastianini (Ducati) e Morbidelli (Ducati Pramac). Completano la top 10 Miguel Oliveira (Aprilia Trackhouse) 6°, Pedro Acosta (KTM GasGas) 7°, Marco Bezzecchi (Ducati VR46) 8°, Brad Binder (KTM) 9° e Raul Fernandez (Aprilia Trackhouse) 10°. Quarto acuto consecutivo per Bagnaia, mentre i fratelli Marquez sono i primi a piazzarsi sul podio nella classe regina da Imola 1997 con Takuma e Nobuatsu Aoki. Dopo il Sachsenring.

L'avvio di Pecco è bruciante. Mette da parte la prudenza che aveva contraddistinto la strategia di gestione nella Sprint del sabato e dà subito gas. Spinge forte il pilota della Ducati, sa bene che il titolo iridato è affare a due, tra sé e lo spagnolo Jorge Martin che è in un fazzoletto di punti. La caduta di Marc Marquez (che al Sachsering era arrivato da terzo nel mondiale) è sembrato quel che gli scaramantici lo chiamano segno del destino: sbalzato dalla moto, ha fatto già tanto nel recuperare in fretta ed essere in pista. Pur avendo perso qualcosa (ma era inevitabile), el cabroncito è sempre rimasto lì. Almeno, ci ha provato tant'è che dopo cinque giri s'era messo nella scia di Bagnaia, Martin e Morbidelli che nel ruolo di terzo incomodo s'è calato alla perfezione.

Botta e risposta. Martin resta per un po' negli scarichi del campione italiano poi decide che è il momento di affondare e si riprende la testa della gara con un gran numero. Lì dietro c'è Maverick Vinales che attira l'attenzione dei riflettori per un ‘lungo' che lo mette di fatto dai giochi: rientra come 18° e per lui il Gp di Germania diventa una scalata.

Scossone e crollo improvviso. Cosa accade a Bagnaia? Se lo chiede il suo team che lo vede perdere terreno e secondi preziosi: al 10° giro si ritrova terzo, passato da Morbidelli, con un gap di oltre 1 secondo su Martin e vede negli specchietti anche la sagoma di Alex Marquez. Sembra la brutta copia di quanto accaduto in mattinata durante il warm-up: Pecco aveva fatto registrare il miglior tempo (1'20.638) con alle spalle Franco Morbidelli (Ducati Pramac) e poi l'attuale leader del mondiale, Jorge Martin (Ducati Pramac). Sull'asfalto e durante la corsa le cose cambiano in fretta.

Posizioni cristallizzate. Si dice così in gergo quando la situazione resta sostanzialmente invariata. Si arriva sul filo di questo equilibrio e delle gerarchie fino a metà gara: Martin conserva un vantaggio a fisarmonica (a partire da 5 decimi) sul compagno di team Morbidelli, Bagnaia è in testa a un gruppetto di 5 piloti con Alex Marquez che non lo molla un attimo.

Bagnaia alla riscossa. È tra il 17° e il 18° giro che Pecco si riprende e lancia un messaggio forte e chiaro a Martin: se vuoi battermi, devi superarti ma almeno per il momento lo spagnolo non è in grado di scavare un solco tra sé e l'italiano che gli sta addosso staccato appena di 8 decimi. La tornata dei tempi ristabilisce i rapporti di forza: là in alto sono sempre loro due a menare le danze nel bene e nel male. Il resto è bagarre con Alex Marquez a +1.5, Morbidelli scivolato al quarto posto a +1.6, Marc Marquez a +1.9, Bastianini a +3.0, Oliveira (+3.3), Raul Fernandez (+6.7), Acosta (+7.1) e Binder (+7.4) a chiudere la top 10 ma sotto investigazione per una ruotata a Marc Marquez.

Dieci giri alla fine al cardiopalmo. Incrocio di traiettoria e sverniciata tra Mordibelli e Marquez: lo spagnolo che rischia di cadere ma si salva con una manovra da puro equilibrista. Bastianini osserva, pronto ad approfittare. Non è l'unico episodio che tiene incollati alla tv: al giro 23 s'infiamma il duello tra lo stesso Marquez e Bastianini, il pilota Gresini resiste e resta davanti a Enea. L'ex iridato iberico è letteralmente scatenato: rientra su Mordibelli e si prende la quarta posizione. Intanto in testa Martin procede con regolarità di passo e tiene una forbisce di vantaggio su Bagnaia minima, che oscila tra gli 8 e i 7 decimi. Vanno avanti a fisarmonica: Bagnaia perde nel primo settore, poi riguadagna nel finale. A pochi giri dalla fine i giochi sono definiti: Martin, Bagnaia, Alex Marquez, Marc Marquez, Morbidelli e Bastianini.

Martin cade! Mancava pochissimo alla conclusione, Martin credeva di avere la vittoria in pugno. Poi qualcosa va storto, la sua perde improvvisamente aderenza e il ruzzolone che fa sulla pista è manna dal cielo per Bagnaia. È lì, dietro di lui. Ha visto tutto, non deve fare sforzi particolari ma solo arrivare al traguardo. Si prende la vittoria della corsa e torna leader del Mondiale di MotoGp. Dà tutto e merita il secondo posto Marc Marquez con Alex che completa il podio. Il 4 agosto si torna in pista in Gran Bretagna.

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