Bagnaia vince a Sepang ma il titolo mondiale della MotoGp si decide a Valencia
Si decide tutto a Valencia, nell'ultima tappa del Mondiale della MotoGp. Il Gran Premio della Comunità del 6 novembre dirà chi è il migliore. È lì che Bagnaia proverà a piazzare la zampata per vincere il titolo iridato. A Sepang ha fatto che doveva e poteva, approfittando dell'uscita di scena improvvisa di Martin, scivolato fuori pista per un errore e una caduta fatali.
‘Pecco' ha dato tutto, ingaggiando anche un duello entusiasmante con Bastianini (secondo, non mancano polemiche per quel cartello sospetto del suo team), così come Bezzecchi (quarto) ha messo i brividi addosso a Quartararo (terzo, era partito dalla dodicesima posizione), ma la vittoria non gli ha regalato la gioia più grande. Ha avvicinato il traguardo della stagione un po' di più ma resta tutto in bilico. Ha alimentato il vantaggio (+23) sul transalpino, su Bastianini ed Espargaro (+47, aritmeticamente fuori dai giochi e in lizza per il terzo piazzamento), ma gli serve un altro sforzo perché il trionfo sia pieno.
L'ordine di arrivo a Sepang
1. F. Bagnaia 40:14.332
2. E. Bastianini +0.270
3. F. Quartararo +2.773
4. M. Bezzecchi +5.706
5. A. Rins +12.140
6. J. Miller +13.963
7. M. Marquez +14.542
8. B. Binder +17.068
9. J. Zarco +18.624
10. F. Morbidelli +20.463
Cosa manca a Bagnaia per vincere il titolo Mondiale: le combinazioni
Cosa occorre in termini numerici all'italiano per il titolo Mondiale? Strappare altri 2 punti sul francese in terra spagnola gli consentirebbe di diventare campione del mondo, un tripudio atteso per l'Italia 13 anni dopo Valentino Rossi. Nel caso dovesse arrivare la vittoria di Quartararo, a ‘Pecco' potrebbe bastare anche chiudere non oltre il 14° posto.
Perché ne bastano solo 2? In caso di arrivo a pari punti (260) a fare la differenza sarebbe il maggior numero di vittorie ottenute finora: il bilancio è di 7-3 in favore di Bagnaia. Ecco perché al pilota Ducati potrebbe essere sufficiente anche chiudere 15° a Valencia (o anche peggio) a patto che Quartararo non vinca.
La raffica di emozioni della gara, che duello con Bastianini
A 15 giri dalla fine un errore compiuto da Marquez regala a Quartararo lo spazio per attaccare e salire al quarto posto. Due turni dopo Martin scivola e va fuori pista, Bagnaia si ritrova al comando e spera che là dietro Bezzecchi risucchi nel vuoto il francese risalito sul podio dopo il ruzzolone dello spagnolo. Il pilota Ducati deve guardarsi le spalle perché Bastianini (futuro compagno di team) non gli fa sconti, resta alle costole, gli dà battaglia. È lì, pronto ad approfittare di un'indecisione, di ogni minimo calo di concentrazione.
‘Pecco' resiste ma non basta ancora, per conquistare il titolo deve guadagnare altri 11 punti su Quartararo per vincere il titolo già a Sepang. E quando Enea, in staccata, lo passa in maniera chirurgica diventa tutto più difficile e il mondiale un po' più lontano. Non è finita. Dopo aver provato a riprendersi il comando della corsa, a -7 dalla fine Bagnaia regala l'ennesimo brivido in pista e supera Bastianini. "Ho perso trazione", così dirà nel dopo gara a corredo delle perplessità sollevate dal suggerimento arrivatogli dal muretto. Bagnaia adesso è a +23 in classifica mondiale su Quartararo, vantaggio ancora insufficiente per alzare le braccia al cielo. Si corre sul filo dei decimi di distacco, in un fazzoletto c'è tutta la stagione dei protagonisti. A Valencia la resa dei conti.
Da Rossi a ‘Pecco', per il Mondiale manca l'ultimo acuto
L’Italia non vince un titolo Mondiale dal 2009 con Valentino Rossi, tredici anni dopo Francesco ‘Pecco’ Bagnaia la riporta sul podio ma perché salga su quello più alto, calzando la corona d’alloro e stringendo in pugno lo scettro di campione iridato, c'è ancora da soffrire. Aveva 14 punti di vantaggio su Quartararo, li ha gestiti nel migliore dei modi sciogliendo la tensione nell’urlo delle tigre. Sono diventati 23, il nemico è ferito ma non battuto del tutto. Il rombo della sua Ducati è un ruggito. Il graffio finale servirà darlo in Spagna.
Dinanzi agli occhi di Pecco deve essere passata tutta una stagione. È come aver fatto un viaggio a ritroso nel tempo e poi trovarsi catapultato in sella all’ultimo giro più bello, che s’è gustato fino a quando sul traguardo li suo cuore non è esploso di gioia. Gli manca l'ultimo fotogramma.
Pazzesca. Imprevedibile. Sorprendente. Da grande pilota. La rimonta dell’uomo Ducati è stata entusiasmante, come non accadeva da tempo. Lo ha fatto anche a Sepang, dove scattava dalle retrovie. Quasi come ai tempi del ‘dottore’ che spadroneggiava in pista. È in quel solco che il mondo dei motori tricolore oggi romba e impenna nel segno della Ducati. Per la derapata e i giri concentrici sull’asfalto mentre attorno c’è una tribù intera che balla e fa festa per una vittoria bellissima serve avere (ancora) pazienza.
Gioia e dolore nel ricordo di Marco Simoncelli
Sepang è gioia incontenibile ma anche grande dolore. Il 23 ottobre del 2011 quell’asfalto si macchiò di sangue per la morte di Marco Simoncelli. È una ferita che non si rimarginerà mai. Quell’incidente lasciò un vuoto dentro, scosse fin dentro l’anima l’intera comunità dei motori. Sono trascorsi undici, sembra ieri perché certi momenti te li porti con te per sempre. Ti volti a guardare e li trovi lì a una una ruota da te a ricordarti che la vita è un attimo, un battito di ciglia e tutto svanisce come nel peggiore e più feroce degli incantesimi.
Accadde al Sic quando su quel maledetto tracciato della Malesia scivolò all’esterno di una curva ma la sua moto riprese improvvisamente aderenza e lo trascinò verso l’interno del circuito. Fosse finito nell’erba si sarebbe salvato. La sorte fu davvero spietata e lo piazzò sulla traiettoria degli altri piloti che non riuscirono a evitarlo. Fu un incidente terribile.