Bagnaia in MotoGP sta per coronare una rimonta sovraumana, ma l’Italia ancora non se n’è accorta
In Australia Pecco Bagnaia ha effettuato il sorpasso in testa al Mondiale della MotoGP 2022 e ora, a due sole gare dalla conclusione della stagione, è molto vicino a conquistare il titolo iridato nella classe regina del Motomondiale. Il piemontese può dunque riportare in Italia lo scettro più ambito del mondo delle due ruote a distanza di 13 anni, cioè da quel 2009 in cui il suo mentore e amico Valentino Rossi aveva centrato il suo nono e ultimo alloro.
Il 25enne nato a Torino ma cresciuto motociclisticamente a Tavullia nell'Academy VR46 può laurearsi campione del mondo nel prossimo round a Sepang in Malesia (per farlo dovrà guadagnare almeno 11 punti su Fabio Quartararo perdendo un massimo 2 lunghezze da Aleix Espargaro) forte del vantaggio di 14 punti sul francese della Yamaha con cui arriva a questo penultimo appuntamento del Mondiale 2022. E se non dovesse riuscirci potrebbe poi comunque farlo nell'ultimo round di Valencia. Le chance di conquistare il suo primo titolo in MotoGP (il secondo nel Motomondiale dopo aver vinto la Moto2 nel 2018) per l'alfiere della Ducati sono adesso elevatissime, ma nel corso della stagione c'è stato un momento in cui queste sembravano essere completamente azzerate.
Già, perché Bagnaia, nonostante l'Italia non sembra essersene ancora accorta (pochissimo lo spazio riservato alle gesta del ducatista che paga anche una stagione in cui, causa anche il ritiro di Valentino Rossi, ha visto un calo di affezione per la MotoGP), nel corso di questo campionato ha già compiuto un'impresa storica a cui manca pochissimo (cioè l'aritmetica conquista del titolo) per diventare leggendaria. Un'impresa che, da quando esiste l'attuale sistema di punteggi, mai nessuno era riuscito a compiere e a cui nemmeno lui credeva fino in fondo. Dopo la caduta nella gara del Sachsenring in Germania vinta da Quartararo infatti il torinese aveva chiosato con un laconico "Sarà quasi impossibile, ma ci proveremo" sulle sue chance di rientrare in lotta per il titolo. Dopo la corsa tedesca aveva 91 lunghezze da recuperare rispetto al francese della Yamaha dimostratosi fin lì, contrariamente a lui, quasi perfetto nonostante non avesse la migliore moto del lotto a disposizione.
La vittoria nella successiva gara di Assen, l'ultima prima della pausa estiva, con la caduta dell'allora leader del Mondiale però gli ha permesso di andare in vacanza consapevole che una rimonta, per quanto complicatissima e mai realizzata da nessuno prima d'ora (la rimonta più grande fatta in MotoGP fino a quel momento era quella compiuta da Joan Mir che nel 2020 ha vinto l'iride recuperando proprio a Quartararo un vantaggio di 48 lunghezze), non era del tutto impossibile. E così, dopo la sosta, Bagnaia ha cominciato ad inanellare un successo dopo l'altro (vittoria a Silverstone, a Spielberg e a Misano) e un secondo posto, alle spalle di Bastianini, ad Aragon, che, contestualmente all'improvviso calo di rendimento (condito anche da qualche episodio sfortunato) dell'alfiere della Yamaha e di Aleix Espargaro (protagonista nella prima parte di stagione con la sorprendente Aprilia) gli hanno consentito di arrivare alla vigilia delle gare asiatiche con soli 10 punti di ritardo in classifica diventati 18 dopo la caduta a Motegi in Giappone.
In Thailandia però sotto la pioggia Bagnaia, aiutato anche dal ducatista del team Pramac Zarco, riesce a chiudere sul podio una gara complicata, mentre Quartararo sprofonda e vede il suo vantaggio sull'italiano ridotto a soli due punti. A Philipp Island il francese ha un'altra battuta d'arresto, il 25enne di Torino è invece freddo calcolatore nel prendersi il terzo posto evitando guai nel finale e piazzare un sorpasso nella classifica iridata che è già storia e che adesso, già in Malesia, gli consente di avere il primo match point per un titolo a cui solo un paio di mesi fa nessuno, compreso lui, credeva davvero.
Nel primo anno senza Valentino Rossi dunque la MotoGP, comunque vada a finire, è tornata a tingersi d'azzurro con un italiano su una moto italiana che sta per mettere a segno un qualcosa di mai visto prima nella classe regina del Motomondiale. Forse ciò che serviva all'Italia per far capire che con il ritiro del Dottore le emozioni per gli appassionati dello Stivale non sono affatto finite e, forse, non è un caso che a mandare questo chiaro messaggio sia uno dei tanti piloti che ha aiutato a formarsi e ha poi lasciato in eredità alla MotoGP, ai suoi tifosi e a quelli della Ducati.