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Bagnaia boicotterà il GP di Valencia se sarà confermato: “Anche se significa perdere il Mondiale”

Pecco Bagnaia non ne vuole sapere di correre a Valencia nell’ultimo GP del Mondiale di MotoGP. Per il torinese i motivi etici, alla luce delle terribili conseguenze della devastante alluvione, vengono prima anche del suo terzo titolo mondiale: “Anche a costo di perdere l’obiettivo finale per me, che è vincere il titolo, non sono disposto a correre a Valencia”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Dalla Malesia – dove stamattina si sono corse le pre-qualifiche della MotoGP che lo hanno visto spiccare il miglior tempo davanti al rivale Jorge Martin – Pecco Bagnaia pronuncia dichiarazioni fortissime che annunciano il suo boicottaggio dell'ultimo GP a Valencia e mettono grande pressione alla Dorna. Chi organizza il Mondiale delle due ruote ha confermato che il Gran Premio – che chiude tradizionalmente la stagione – si correrà regolarmente a Valencia nonostante la tragedia che ha colpito la regione in seguito alle terribili inondazioni che hanno provocato più di 150 morti e un numero imprecisato di dispersi, oltre a decine di migliaia di sfollati. Ma molti piloti non ci stanno, primo fra tutti Bagnaia, che ha annunciato che boicotterà il Gran Premio di Valencia qualora si decida di correrlo lì: "Anche a costo di perdere il massimo obiettivo finale per me, che è vincere il titolo mondiale, non sono disposto a correre a Valencia", ha detto il 27enne torinese dopo le pre-qualifiche in Malesia.

Bagnaia annuncia che non correrà a Valencia: "Anche a costo di perdere il Mondiale"

Una presa di posizione potente quella di Bagnaia, che antepone le ragioni etiche a quelle dello sport, il rispetto per i morti e per chi ha perso tutto ad un evento che dovrebbe essere gioioso e non potrà mai esserlo. Non se si gareggia in quei luoghi martoriati, peraltro dovendo correre contro il tempo per risistemare le vie di accesso al circuito che hanno patito danni importanti, con annessa spesa di denaro che invece potrebbe essere destinato agli aiuti alla popolazione colpita dal dramma.

"Non credo sia giusto correre a Valencia – ribadisce Pecco da Sepang – spero davvero che prendano in considerazione che, a livello etico e di cosa sta succedendo, andare a correre là non è la cosa corretta. Anche a costo di perdere il Mondiale, non sono disposto a scendere in pista".

Pecco Bagnaia impegnato con la sua Ducati nelle prove libere del GP della Malesia
Pecco Bagnaia impegnato con la sua Ducati nelle prove libere del GP della Malesia

La sua non è una voce isolata, anche altri big come Marc Marquez si sono espressi in tal senso, e adesso la palla passa alla Dorna, che finora è rimasta ferma nella volontà di organizzare comunque la gara a Valencia, eventualmente anche posticipandola rispetto alla data originariamente prevista del weekend 15- 17 novembre.

Bagnaia in questo fine settimana in Malesia deve provare a recuperare – tra la Sprint Race del sabato e la gara della domenica – qualcuno dei 17 punti che lo separano dal leader del Mondiale Jorge Martin, per poi giocarsi il titolo nell'ultima gara, qualora venga spostata da Valencia ad un altro circuito. In caso contrario, il due volte campione del mondo non ci sarà, con tanti saluti al suo terzo titolo: tenere fede ai propri princìpi per Pecco conta più di mettersi un altro trofeo in bacheca.

Bagnaia e Martin sono separati da 17 punti nella classifica del Mondiale di MotoGP
Bagnaia e Martin sono separati da 17 punti nella classifica del Mondiale di MotoGP

Jorge Martin la pensa diversamente: "Se decideranno di tenere la gara lì, dovremo andarci"

Quanto a Martin, la sua posizione è diversa da quella di Bagnaia. Sebbene lo spagnolo sia d'accordo sul fatto che sia meglio organizzare la gara altrove, oggi il leader del Mondiale ha confermato che vi parteciperà anche qualora si svolgesse a Valencia: "È una situazione molto delicata, sia per noi piloti che per la Dorna – ha detto il 26enne madrileno, che è a caccia del suo primo titolo – Sembra molto difficile e duro andare a Valencia, per tutti. Io mi adeguerò alla decisione della Dorna e del governo spagnolo. Se alla fine decideranno di tenere la gara lì, dovremo andarci".

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