Badoer racconta Schumacher: “Io, Todt e pochi altri lo andiamo a trovare”
Oggi sono passati esattamente 7 anni da quel tragico incidente su gli sci del 29 dicembre 2013 che ha dato vita al calvario di Michael Schumacher, il pilota più vincente della storia della Formula 1 eguagliato proprio in questa stagione da Lewis Hamilton che ha centrato il suo settimo titolo iridato. Sette anni da quell'incidente sulla pista da sci a Meribel che ha completamente stravolto la sua vita e quella dei suoi cari: in primis la moglie Corinna e i figli Gina Maria e Mick che il prossimo anno riporterà il prestigioso cognome Schumacher in Formula 1 essendo stato ingaggiato dalla Haas dopo aver conquistato il titolo in Formula 2.
Ad oggi le condizioni di salute del Kaiser sono riservate dato che la famiglia ha deciso di non divulgare informazioni a riguardo. Le uniche notizie che trapelano all'esterno sono quelle rivelate, nel rispetto del riserbo chiesto dalla moglie Corinna, da quei pochi amici stretti che lo vanno a trovare spesso, come il suo ex team principal dai tempi della Ferrari, Jean Todt (oggi presidente Fia) e il vecchio collaudatore del Cavallino e suo stretto amico (con Schumi che ha fatto anche da padrino di battesimo al figlio Brando), Luca Badoer. Ed è proprio l'ex pilota di Montebelluna, in un'intervista rilasciata al quotidiano Libero, che ha parlato del sette volte campione del mondo di Formula 1 nella quale non ha però voluto parlare delle sue condizioni di salute: "Un dramma che mi fa male quando ci penso. Ma per rispetto di Schumi e di tutta la sua famiglia, non ho rivelato ne dirò una sola parola delle sue condizioni. Solo io, Todt e pochi intimi lo andiamo a trovare" ha infatti risposto a riguardo l'ex tester della scuderia di Maranello.
Rispondendo ad un'altra domanda però Luca Badoer ha lasciato intendere che il fisico di Michael Schumacher ha resistito e che le speranze che possa rimettersi in sesto non sono del tutto accantonate: "Michael si è sempre allenato duramente ed è un bene che il suo fisico abbia resistito – ha difatti dichiarato a Libero il 49enne veneto –. Quando provavamo nei test a Mugello e a Monza, durante la pausa si allenava nella palestra Technogym o prendeva la bicicletta e pedalava tra le colline. Michael è Michael, è un combattente e spero possa rimettersi presto".