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Antonio Felix da Costa a Fanpage.it: “Un sogno diventare campione della Formula E”

Nell’intervista a Fanpage.it il pilota portoghese Antonio Felix da Costa ha parlato della sua carriera nel motorsport e del trionfo in Formula E. Giovane di talento da Costa approda alla Red Bull, ma dopo aver sentito l’odore di Formula 1 inizia a correre in categorie diverse, pensa anche allo stop, ma non getta la spugna, con forza di volontà continua e quest’anno ha trionfato e ha vinto il campionato di Formula E.
A cura di Alessio Morra
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Antonio Felix Da Costa ha vinto il Mondiale 2019-2020 del campionato di Formula E. Lo ha fatto alla grande, dopo aver avuto un avvio normale ha trovato il ritmo giusto e ha messo in fila tutti gli avversari, incluso il compagno di squadra Vergne, che era il detentore del titolo. Da Costa è stato formidabile con la DS Techeetah e vincendo il titolo ha scritto una pagina meravigliosa della sua storia personale, e l'ha raccontata nell'intervista a Fanpage.it, e ha dimostrato che non mollando mai anche il più grande traguardo si può sempre raggiungere.

La tua è una bella storia, perché ha il lieto fine. Tu stesso hai detto che sei stato sul punto di gettare la spugna e ora ti ritrovi campione della Formula E. Qual è stato il momento in cui hai capito davvero che avresti vinto il titolo?

Un paio di momenti dopo aver tagliato il traguardo. Se c'è una cosa che ho imparato nel motorsport, è che non si può dare nulla per scontato finché non è finita. Non ho fatto i conti sui punteggi degli altri per poter vincere, volevo solo concentrarmi sulla mia gara e lasciar cadere le carte. È stato così surreale che mi ci è voluto un bel po' di tempo per rendermi conto che era successo tutto per davvero e ci ho messo un po' a metabolizzare. È stato bello avere la cerimonia di consegna del trofeo un paio di giorni dopo la vittoria, così ho avuto un po' di tempo per elaborare il tutto e poi ho potuto davvero godermi il momento della cerimonia con il podio dell'ultimo giorno.

Sinceramente, qual è il tuo rapporto con il tuo compagno di squadra Vergne? Si è speso tanto per te, poi avete avuto dei dissidi e ora gli hai tolto anche il titolo.

Sinceramente, il nostro rapporto è molto buono. Ci conosciamo da molto tempo e siamo amici fin dai tempi della Red Bull. JEV è un concorrente agguerrito proprio come me e ci rispettiamo a vicenda. Dietro la visiera combattiamo duramente, quando possiamo ci divertiamo, ma quando serve arriva il momento della collaborazione. Quindi il rapporto è lo stesso, solo che abbiamo approcci diversi a seconda della situazione. JEV ha un buon detto e cioè: "il titolo di campione non è mio da perdere, è mio da vincere. Ogni anno è un anno nuovo, un inizio da zero". Mi piace questa mentalità, che nessuno gli toglie, secondo cui tutti hanno la stessa opportunità di lottare.

Tutti avete dovuto gestire il lungo stop, tu lo hai fatto meglio degli altri, insieme al team, proseguendo il trend delle gare pre-lockdown e sei ripartito alla grande vincendo subito un paio di tappe del gran finale di Berlino. Qual è stato il segreto?

Non so se l'ho gestita meglio di chiunque altro, ma ne ho ricavato il massimo. Nello sport non ci sono segreti, bisogna lavorare sodo sia fisicamente che mentalmente. L'automobilismo sportivo, come tutti gli altri sport, è tanto mentale quanto fisico, quindi ho fatto in modo di lavorare su entrambe le parti durante il lockdown per darmi la migliore preparazione possibile, per assicurarmi di aver fatto tutto il possibile per poter vincere.

Da Costa festeggia il successo a Marrakech il 29 febbraio.
Da Costa festeggia il successo a Marrakech il 29 febbraio.

La Formula E sta crescendo tantissimo. Quanto sono grandi le potenzialità di questa categoria?

Ha moltissime potenzialità, basta guardare dove siamo arrivati in sei stagioni. Le opportunità sono infinite ed è un set up talmente bello con le corse in città che la rende una competizione completamente diversa da quella delle altre categorie. Ci sono molte società blue-chip che partecipano alla serie e abbiamo 24 piloti che sono i migliori del loro sport. Si sente spesso dire da tutti i piloti che questa è la serie più competitiva nel motorsport, se si guarda alla qualità dei piloti.

Cos’è che rende la Formula E diversa da tutte le altre categorie?

La prima è la più ovvia, è che siamo elettrici, ma corriamo anche nei centri urbani, il che lo rende molto più accessibile. Il nostro pubblico è molto più giovane rispetto alle altre categorie e abbiamo tutti i principali produttori coinvolti, che ne fa uno spazio estremamente entusiasmante.

Il 2020 è da incorniciare per il motorsport portoghese. Tu sei diventato campione della Formula E e la Formula 1 dopo quasi 25 anni torna a correre in Portogallo.

Un anno davvero molto buono! Ora ci serve solo una gara di Formula E a Lisbona!

Nello Junior team Red Bull hai avuto modo di conoscere bene Carlos Sainz. Avresti mai pensato che un giorno sarebbe finito alla Ferrari?

Ho sempre pensato che Carlos fosse un pilota fantastico, ha sempre avuto la velocità nel sangue. Abbiamo gareggiato insieme per un po', ma io sono un po' più grande di lui, quindi normalmente potrei avere un vantaggio su di lui con la mia esperienza, ma lo vedevo sempre arrivare e migliorare molto. Quindi non sono affatto sorpreso di vederlo alla Ferrari.

Da Costa premiato a Berlino, dove ha vinto il titolo.
Da Costa premiato a Berlino, dove ha vinto il titolo.

Tu che l'hai vissuta sulla tua pelle, come giudichi la politica della Red Bull di F1? Ai giovani piloti non dà il tempo e si finisce per mettergli pressione e poi per bruciarli, com'è successo a Kvyat, Gasly, Albon e Ticktum.

Non credo sia giusto citare Kyvat e Gasly in quel pacchetto perché sono ancora in F1 e corrono tra i migliori nel nostro sport. Helmut ha un certo modo di fare le cose che credo sia corretto, ci dà una possibilità per tutta la vita e poi sta a noi sfruttarla al meglio. È uno tosto e pretende molto, ma la Red Bull fa un grande investimento finanziario, quindi è giusto avere delle richieste elevate.

Facciamo un passo indietro. Tu sei uno dei pluirivincitori del Gp di Macao, una gara mitica, che ha fascino e non è per tutti. Quant'è complicato correrci? E quanto correre li ti ha aiutato in Formula E?

Amo Macao e sono molto felice di aver vinto quella gara. E' un circuito estremamente impegnativo, ma si adattava al mio stile di guida e avevo un team molto valido. Probabilmente mi ha aiutato un po', ma non troppo, visto che si tratta di auto così diverse. La monoposto da Formula E è una bestia completamente diversa da guidare e anche se tutta l'esperienza su strada è utile, la cosa più importante è l'esperienza sull'auto che guidi.

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