Antonia Terzi morta in un incidente stradale: progettò il muso a tricheco della Williams
Il muso a tricheco della Williams FW6 di Montoya e Ralf Schumacher è stato opera sua. Antonia Terzi, 50 anni, è morta in un incidente stradale in Inghilterra. La sorte è stata davvero cinica con la donna che ha dedicato una vita intera al mondo dei motori. Ingegnere aerodinamico, modenese, a suo modo ha fatto la storia della Formula 1 negli anni in cui una donna con ruoli chiave nella progettazione era considerata un'eccezione. Nello sviluppo delle vetture e nello studio delle nuove tecniche, perché i bolidi fendessero l'aria trasformando le "correnti" in un tappeto volante, c'era anche la sua mano. Lei che fin da bambina ha avuto un sogno nel cuore e l'ha realizzato: "Da grande voglio disegnare auto, quelle di F1".
Terzi si fece largo con talento e idee, la Ferrari e la scuderia inglese ne contesero il genio: cinque stagioni a Maranello, nel periodo più bello legato a Jean Todt e a Michael Schimacher, poi il trasferimento dall'altra parte della Manica, un'avventura e una sfida professionale che abbracciò con la forza della passione e della voglia di aggiornarsi, acquisire nuove conoscenze, stare al passo della tecnologia e dei tempi. Ecco perché, una volta lasciata la Formula 1, si dedicò allo studio e alla ricerca che la portò a progettare un mezzo di trasporto speciale: un superbus in fibra di carbonio da 23 posti e con ali di gabbiano (per l'apertura caratteristica degli sportelli), capace di raggiungere la velocità di 25o km/h.
Innovazione è la parola che l'ha accompagnata nel corso della vita professionale a metà tra il palco delle corse e la realtà quotidiana. Terzi collaborò anche con Dallara e poi con la Facoltà di Ingegneria Aerospaziale dell'Università tecnica di Delft (in Olanda). Fu lei scelta per guidare il reparto aerodinamico della Bentley e nel 2020 fu sua la cattedra di professore ordinario all'Università Nazionale Australiana di Canberra. Fino all'incidente che le ha portato via tutto, compreso quel candore di ragazzina che aveva meritato di vivere a occhi aperti il suo sogno.