Annulla l’ordine della Ferrari SF90 Stradale e il concessionario fa causa: persa per colpa di un’emoji
Termina con una grande beffa la vicenda giudiziaria che ha coinvolto uno dei più prestigiosi concessionari di Germania, un suo cliente e la Ferrari SF90. A decidere la disputa è stata un'emoji (le "faccine" utilizzate nelle chat). Il concessionario non aveva accettato che il cliente avesse annullato il proprio ordine in seguito ad un ritardo nella consegna, mentre quest'ultimo voleva gli venissero restituiti i quasi 60mila euro d'acconto versati per prenotare la supersportiva ibrida della casa di Maranello che, con tutte le personalizzazioni richieste, gli sarebbe costata alla fine 600mila euro. A quel punto la vicenda è finita in tribunale in quanto il rivenditore autorizzato del marchio del Cavallino Rampante non solo non voleva restituire la caparra versata all'acquirente ma chiedeva anche un risarcimento danni di 110mila euro in quanto vendendola ad un altro cliente ci avrebbe comunque rimesso i soldi delle personalizzazioni (circa 170mila euro). Dopo aver vinto la causa in primo grado, la sentenza del giudice d'Appello però non è stata quella che il concessionario si aspettava e per lui è arrivata una cocente beffa.
Nel contratto stipulato ad a novembre 2020 tra l'uomo e il concessionario era prevista una data di consegna non vincolante, cioè nel secondo o terzo trimestre del 2021, ma anche la data a partire dalla quale gli era permesso chiedere la rescissione del contratto, cioè all'inizio di aprile 2022. A settembre 2021 l'acquirente ha chiesto aggiornamenti al concessionario che via WhatsApp gli ha annunciato che dovrà aspettare ancora a lungo per avere la sua Ferrari: "Purtroppo la consegna della SF90 Stradale è rinviata alla prima metà del 2022", messaggio a cui l'acquirente ha risposto, tra le altre cose, con un "Oops" seguito da un'emoji, cioè la faccina che sorride a denti stretti.
Nell'aprile 2022 l'acquirente ha quindi chiesto nuovamente lumi sulla consegna con il venditore che ha risposto "La consegna potrebbe avvenire nella settimana del 9 maggio, andrebbe bene?" trovando risposta affermativa da parte del cliente ("Va bene"). Il 9 maggio è stato invece il concessionario a contattare il cliente dicendo che la Ferrari SF90 Stradale aveva le batterie difettose e quindi non poteva essere consegnata a breve. A quel punto l'acquirente, stanco di aspettare, ha messo inviato tramite i suoi avvocati una lettera di diffida con un termine ultimo di consegna, la fine del mese di maggio, superata la quale avrebbe rescisso il contratto d'acquisto, cosa che ha fatto il 1° giugno.
Con l'acquirente che chiedeva la restituzione del deposito iniziale versato e il venditore che chiedeva invece ulteriori 110mila euro di danni per coprire la perdita che avrebbe avuto in una futura rivendita, la questione è inevitabilmente finita in tribunale. In primo grado il giudice ha dato ragione al concessionario di automobili, ma l'acquirente non si è arreso e ha presentato ricorso. In Appello la sentenza è stata ribaltata. Il Tribunale Regionale Superiore di Monaco di Baviera infatti si è pronunciato a favore dell'acquirente perché la consegna della Ferrari era prevista al massimo per l'inizio di aprile 2022 chiarendo che la chat di WhatsApp non attestava alcuna proroga del termine di consegna fino al 30 giugno 2022 in quanto l'emoji della faccina col sorriso a denti stretti non significa in alcun modo che l'acquirente abbia dato il proprio consenso alla proroga, cosa che invece sarebbe accaduta qualora avesse utilizzato l'emoji del "pollice in su" che sta a significare approvazione.
Quell'emoji di fatto ha fatto perdere la causa al concessionario. L'acquirente ha quindi effettivamente rescisso il contratto di acquisto e ha ricevuto indietro la sua cauzione mentre il venditore non ha avuto alcun risarcimento del danno per la mancata vendita di una Ferrari SF90 Stradale dal valore complessivo di circa 600mila euro (di cui 170mila circa di personalizzazioni chieste dal cliente).