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Andretti e Cadillac fanno scoppiare la guerra tra la FIA e la Formula 1: “È sorprendente”

L’ufficialità della candidatura di Andretti e Cadillac per entrare in Formula 1 con un proprio team fa scoppiare la guerra tra la FIA e la governance della F1: il presidente Ben Sulayem esce allo scoperto.
A cura di Michele Mazzeo
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La squadra corse Andretti Global e il colosso automobilistico General Motors si sono ufficialmente uniti nel tentativo di entrare a far parte della griglia di Formula 1 con il marchio Cadillac. Dopo l'apertura da parte del presidente della FIA Mohammed Bin Sulayem che ha dato il via ai casting per l'ingresso di potenziali nuove squadre nel Circus, dunque Michael Andretti, figlio del campione F1 Mario, ha rotto gli indugi è ha pubblicamente annunciato la propria candidatura per partecipare al campionato a partire dal 2026 sotto il marchio Cadillac (che fa parte del gruppo GM). Questo annuncio si è però improvvisamente trasformato nella scintilla che ha fatto definitivamente esplodere la guerra tra la Federazione Internazionale e la Formula 1, il cui rapporto era già deteriorato da tempo.

Da anni ormai Michael Andretti aveva reso nota la sua volontà di entrare in F1: nel 2021 aveva provato a stringere un accordo con la Sauber (che poi ha però scelto Audi), saltato il quale aveva richiesto l'ingresso come team indipendente scontrandosi però con la riluttanza delle altre squadre e dell'attuale governance della F1 ad ampliare il numero di compagini in griglia, dovendo così rimandare il suo progetto di sbarcare nel Circus al 2026 (quando vi sarà la prossima rivoluzione regolamentare e tecnica).

L'amministratore delegato della Formula 1 Stefano Domenicali, solo poche settimane fa, aveva difatti smentito le parole di Mario Andretti che parlava di un possibile ingresso in F1 del team di famiglia già nel 2024: "Per il 2024 è tecnicamente impossibile, e perché succeda in futuro devono esserci elementi di credibilità strutturale e di partnership con un grande costruttore. Andretti è quello che si è mosso alla luce del sole, ma ci sono anche altri candidati che lavorano dietro le quinte. Il numero massimo di monoposto è stabilito in 26, ma devo dire che anche con le 20 di oggi si producono gare eccellenti" aveva infatti detto lo scorso dicembre il numero uno del Circus in un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport esprimendo di fatto la propria riluttanza ad ampliare il numero di monoposto in griglia di partenza.

Che la FIA avesse una visione del tutto differente era già chiaro, ma questo è divenuto evidente nel momento in cui il presidente Mohammed Bin Sulayem ha pubblicamente annunciato il casting per valutare nuovi ingressi in Formula 1 (cosa che né la F1 né gli attuali team presenti nel Circus gradiscono): "Ho chiesto al mio team FIA di prendere in considerazione l'avvio di un processo per manifestazioni di interesse per potenziali nuovi team nel Mondiale di Formula 1" ha difatti scritto sui propri social il numero uno della Federazione Internazionale lo scorso 2 gennaio.

Soltanto tre giorni più tardi arriva poi l'annuncio di Andretti e Cadillac della partnership e della candidatura ufficiale ad entrare come nuovo team in Formula 1 con il CEO di General Motors, Mark Reuss, che ha anche rivelato di aver già raggiunto un accordo con uno dei motoristi che ha già licenza da F1 (secondo alcune indiscrezioni circolanti negli Stati Uniti sarebbe la Honda) per la fornitura di power unit qualora il team Andretti-Cadillac entrasse in F1. Annuncio che il presidente della FIA ha accolto trionfalmente: "Accolgo con favore la notizia della partnership tra Cadillac e Global Andretti e la FIA attende con impazienza ulteriori discussioni sul processo di manifestazione di interesse per l'ingresso nel campionato mondiale di Formula 1" ha difatti twittato Mohammed Ben Sulayem dopo che Andretti e Cadillac sono usciti allo scoperto.

Al contrario invece la reazione alla notizia della Formula 1 e dei vari team attualmente impegnati nel prossimo Mondiale non è stata altrettanto entusiastica. In molti hanno infatti sottolineato come l'attuale format con 10 scuderie in griglia garantisca già un grande spettacolo mentre la F1, che solo pochi mesi fa aveva accolto calorosamente Audi, è apparsa molto fredda nei confronti di questa nuova candidatura sottolineando che ogni nuovo team necessita dell'approvazione della FIA ma anche della Formula 1 e che Andretti-Cadillac non sono gli unici interessati ad entrare nel Circus. Il tutto nonostante questa adesso soddisfi le credenziali richieste da Stefano Domenicali soltanto un mese prima: una partnership con un grande costruttore (General Motors) ed elementi di credibilità strutturale (il curriculum nel mondo delle corse di Andretti e il fatto di aver già trovato l'accordo per la fornitura di power unit).

Inevitabile a questo punto la risposta del presidente della Federazione Internazionale Mohammed Ben Sulayem che, avendo visto accolto con poco entusiasmo la candidatura dell'amico Michael Andretti da Liberty Media e di fatto bocciato il suo piano di espansione della Formula 1, ha reso pubblico il suo contrasto con l'attuale governance del campionato automobilistico a ruote scoperte più prestigioso al mondo. Un improvviso messaggio comparso sul profilo twitter del numero uno della FIA suona di fatti come una vera e propria dichiarazione di guerra nei confronti della F1: "È sorprendente che ci siano state reazioni avverse alla notizia di Cadillac e Andretti. La FIA ha accettato le iscrizioni di organizzazioni più piccole e di successo negli ultimi anni. Dovremmo incoraggiare potenziali ingressi in F1 di produttori globali come General Motors e dinastie di piloti come Andretti e altri. L'interesse dei team nei mercati in crescita aggiunge diversità e amplia l'attrattiva della F1" ha difatti scritto Ben Sulayem senza nascondere in alcun modo il proprio contrasto rispetto alla visione dell'attuale governance del Circus e della maggior parte delle scuderie che ad oggi vi fanno già parte.

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