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Altro licenziamento in tronco in Formula 1 a Mondiale in corso: “Mi hanno liquidato con un SMS”

Alla vigilia del GP del Qatar della Formula 1 2024 arriva un altro improvviso licenziamento eccellente da parte della FIA: salta il Commissario F1 figlio della leggenda McLaren che ha rifilato la doppia penalità a Verstappen in Messico.
A cura di Michele Mazzeo
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Alla vigilia del penultimo round del Mondiale di Formula 1 2024, il GP del Qatar, il paddock assiste ad un altro addio eccellente. Il quarto in poco più di qualche settimana, il terzo, stando a quanto ci è noto al momento, con un licenziamento ordinato dal presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem.

E così dopo l'ex direttore di gara Niels Wittich (ufficialmente dimissionario ma in realtà mandato via dopo un alterco con il numero uno della Federazione Internazionale), l'ex responsabile della conformità Paolo Basarri (anche lui allontanato per volere dell'ex pilota emiratino), e l'ex vicedirettrice di gara della Formula 2 Janette Tan (che dopo la ‘promozione' in F1 di Rui Marques doveva prendere il suo posto al timone della race direction della categoria), a saltare alla vigilia del gran premio di Losail è stato lo storico commissario Tim Mayer, licenziato bruscamente dopo il weekend di Las Vegas.

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Un licenziamento che per modalità e peso specifico ha destato grande clamore nel paddock e tra gli addetti ai lavori. È stato lo stesso Tim Mayer, in un'intervista rilasciata all'emittente britannica BBC, a rivelare di essere stato licenziato martedì 26 novembre tramite un messaggio ricevuto da uno degli assistenti di Ben Sulayem: "Se una federazione che fa affidamento sui volontari licenzia tramite SMS qualcuno che ha dato un contributo significativo a quella federazione, di certo non si può parlare di una buona gestione" ha poi aggiunto l'ex commissario cacciato dopo 15 anni.

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Il motivo di questo licenziamento in tronco sarebbe dovuto al fatto che il presidente della FIA si sarebbe offeso per il contenuto di un documento di appello presentato dal Circuit of the Americas (COTA), che ospita il Gran Premio degli Stati Uniti ad Austin di cui Mayer figura tra gli organizzatori. La richiesta di ‘diritto di revisione' per la multa da mezzo milione di euro comminata al tracciato texano per l'invasione di pista andata in scena al termine della gara della F1 non sarebbe stata gradita dal presidente federale che avrebbe interpretato parte di quel documento come "un attacco personale nei suoi confronti". Questa la motivazione che il 58enne statunitense adduce al proprio licenziamento, una motivazione che però non sembra convincere del tutto.

Tim Mayer infatti non è un novizio arrivato da poco nel Circus ma è da ben 15 anni che fa parte del panel degli Steward per le gare nel continente americano (uno dei quattro di stanza Oltreoceano abilitato a presiedere il panel dei Commissari FIA durante un Gran Premio F1) e si occupa dell'organizzazione, lato sportivo, dei tre GP statunitensi attualmente nel calendario della Formula 1 (Austin, Miami e Las Vegas) e di tanti altri campionati automobilistici che si disputano negli USA. E non solo. Tim Mayer è figlio del leggendario Teddy Mayer, primo direttore generale della McLaren di cui assunse il controllo dopo la morte del fondatore Bruce McLaren.

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E, secondo alcuni insider, proprio da questa sua ‘parentela' sarebbe invece dipeso il licenziamento. Tim Mayer infatti era a capo del panel dei Commissari FIA durante il GP del Messico, quel panel che rifilò ben due penalità di 10 secondi ciascuna a Max Verstappen per il duro duello con Lando Norris, offrendo un'interpretazione diversa del regolamento rispetto a quella utilizzata fin lì dai suoi colleghi in situazioni analoghe. E, secondo questa ricostruzione, il fatto che a rifilare quella pesante sanzione all'olandese della Red Bull sia stato un uomo legato per forza di cose alle McLaren avrebbe irritato la scuderia austriaca che avrebbe fatto pressioni sul presidente della FIA affinché Tim Mayer fosse allontanato. Una versione questa, alternativa a quella fornita dallo stesso Mayer, ma che, agli occhi di scrive, appare plausibile tanto quanto quella che vuole il suo licenziamento figlio di un "capriccio" di Mohammed Ben Sulayem.

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